Zucchero zigrinato…

Passerà alla storia. Credo. Almeno alla mia. Siamo a Riccione, a tavola dopo una giornata di Fiera, Andrea (l’innominabile), Mary (la donna delle fatture), Marco (ing. informatico), Alberto, Gianni, Matteo, Fabio ed io. Si ride e si scherza. E si beve vino: Andrea ordina un pinot nero doc altoatesino J. Hofstatter del 2005, 13,5°. Un vino molto alcolico, meno profumato di quanto ci si aspettasse; Matteo, invece, si fa portare una bottiglia di Predappio di Predappio doc Vigna del Generale Riserva del 2004, 14°. Un vino che suscita in lui continui ricordi di un’analoga bevuta l’anno prima (ne compra una da portarsi a casa). Ma che noi non apprezziamo molto: troppo alcolico, allappante, liquirizia finale. Vinone; Fabio ed io, invece, vogliamo un vino bianco leggero e il più leggero è il Greco di Tufo 2006 doc Mastroberardino. Al naso ha un che di vegetale, di frutta, di limone… in bocca è corposo e fresco. Piacevole (ne beviamo due bottiglie). Insomma, si beve, al di là degli abbinamenti: c’è chi mangia piadine, chi pesce, chi carne, chi prende il primo, chi il secondo… e via. Si beve molto. Si è bevuto molto… Si parla di fiera, si parla di lavoro, si parla di vino, si parla di prossimi appuntamenti. Si beve. Il primo a saltare è Matteo che incomincia a tampinare la cameriera e poi riempie di battute l’aria. Andrea è serio, ma viene tirato in ballo da Matteo. “Dimmi –gli ricorda- ma solo ad Omegna sanno cosa sia la ‘frutta intermedia’ che hai tirato in ballo alla prima lezione sui vini sudafricani…”. Ridono tutti. E poi incalzo io, ricordando la surreale discussione fra Andrea e Matteo (un altro), quando il primo si rivolgeva al secondo dandogli del “metodista” (invece di “metodico”) e il secondo annuiva. Ed io, poi, a fare il professore. Ridere. Ancora ridere. Poi ci si mette Andrea, raccontando di quella volta in cui, in un catering in villa, avendo finito lo zucchero bianco, aveva mescolato il poco rimanente con quello di canna (che non voleva nessuno). E di averlo poi portato a tavola come “zucchero zigrinato”. E tutti lì, a dargli retta… Ridere, ridere, ridere… Insomma, per un’oretta buona siamo stati un po’ tutti discepoli di Bacco, di questa laica divinità che regala risate, buon umore, parole che non si direbbero, prendersi in giro per stimarsi di più… Buona cosa il vino!

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