Dallo Zio

Siamo stati ancora una volta "Dallo Zio", al secolo Giuliano Canzian, che ha il suo bel, omonimo ristorante (lussuoso) nel centro storico di Rimini. Il ristorante ci accoglie ogni anno, in occasione della Mia e di Pianeta Birra. Verso le 20 e 30 siamo arrivati Gianni ed io. Là si mangia tardi ed infatti eravamo i primi. Pesce crudo, zuppette di pesce, fritto di pesce, pesce al forno. E due bottiglie di vino: prima un Colli di Imola doc Tre Monti Salcerella, mix di sauvignon blanc e chardonnay, dalla gradazione assai alta: 13,5°; e poi uno chardonnay Colli Piacentini Lauretto Selin Dl’Armari, altrettanto alcolico: 13,5°. Il primo era in una bottiglia pesantissima: una champagnotta da chilo. Era poco profumato (perché freddo), ma in compenso morbido e corposo al gusto, con un alternarsi curioso di sensazioni dolci, poi fresche ed infine sapide/salate. Non male. Acqua pejo con bollicine ad alternare. Il secondo era molto più profumato (frutta gialla, fiori, agrumi), altrettanto piacevole in bocca, anche se più morbido, più corposo. Tanto corposo. Siamo ormai al dolce, con cui mi hanno servito un rum stravecchio, quando appaiono dal nulla Andrea, Alberto e Matteo (che noi pensavamo persi nelle nebbie autostradali). Si ricomincia a mangiare; noi riattacchiamo a bere. Sceglie Matteo (ci mancherebbe: è sommelier professionista). Sceglie un verdicchio dei castelli di jesi doc riserva superiore (14°) Fattoria Coroncina. Un vino buono, dai profumi minerali, di pietra focaia. In bocca è armonico, metallico, fresco, piacevole, strano… poi ordina un franciacorta brut doc blanc de blanc (ma a quel punto i ricordi si fanno vaghi) che aveva un che di affumicato al naso, fresco assai in bocca… Notte fonda. Lasciamo il ristorante, dopo una notevole "tosatura" (i vini, oserei dire, più che il cibo). Ci ripromettiamo di andare a mangiare, la prossima volta, o nel secondo ristorante "dello zio", L’osteria del Borg (credo sia così il nome), carne e cucina romagnola, o nel terzo in addivenire, dedicato ai pesci poveri. Così che, risparmiando sul cibo, si possa continuare a bere ottimi vini, senza il gravoso conto di fine serata. Ma il dubbio rimane: se spendiamo meno per il cibo, i soldi risparmiati dove li mettiamo? Nel vino, ovvio. Gente senza speranza!

Visite: 1512

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *