Vini per caso

Finisco una cena da Pier: tanto buon cibo con tanti buoni vini: magnum di cava Vall Ventòs, magnum di champagne Cuperly e poi, ancora, magnum di dolcetto e di barbera (questi, chissà perché assomigliavano piuttosto a bottiglioni… comunque, tanto vino). Non male la serata: a tavola con me, Gianni, Monica e Simone(a) (dipende dai punti di vista…). Bella serata.
Pier mi regala una bottiglia di vino bianco comprata in un suo viaggio recente in Francia. La assaggio il giorno dopo. Delusione. Ha profumi dolci, indecifrabili, quasi chimici. Non naturali, mi vien da pensare. Con che uve è fatto? Forse chardonnay (uno dei tanti), oppure trebbiano, oppure, oppure…. In bocca è subito dolce, poi viene la freschezza, poca; leggero di amaro in fondo. Sa di caramella: per la serie non so a che sapore paragonarlo. Non mi piace.
Mentre guardo la serigrafia (un picadores che insegue un torello, lancia pronta ad infilzarlo. Insieme dinamico, direi piacevole), intuisco le piccole parole dell’etichetta serigrafata (Vin de Pays des Sables du Golfe du Lion, 12°, Mise in bouteille à F. 30127 Pour Sabledor 30220 Agues Mortes) e penso che avrei detto Spagna. Che la corrida si giochi anche nella Francia meridionale? Non ne ho mai vista una. Ecco i primi proponimenti per l’anno a venire: andare ad esplorare quella zona di Francia. Magari ci sono vini più buoni. E magari vedrò una corrida, prima che chiuda anche lì. E sulle sue macerie ci facciano un Mc Donalds…

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