Cari, carissimi champagne

Cari, carissimi champagne… Tutti si saranno accorti, o avranno sentito dire, che si vendono champagne carissimi. Molto cari. Sotto le feste, poi, le occasioni non mancano per aprire ed assaggiare qualcuna di queste bottiglie con le bollicine, che tanto piacciono al mondo intero. Più che vini da bere, però, sembrano oggetti da regalare, da farsi regalare, da possedere… Il bere, infatti, è qualcosa di accessorio. Lo si nota pensando all’abbinamento col cibo. Lo champagne si beve, infatti, quasi sempre da solo, con gli aperitivi o gli antipasti. Nelle serate in discoteca: frutta in abbinamento. E fin qui va bene: un po’ limitante ma va bene. Ma altri lo usano con il dolce o a fine pasto. E questo non è un abbinamento, non è un posizionamento corretto. Lo champagne andrebbe bene a tutto pasto, ma per moltissimi è così prezioso che merita un suo regale isolamento.
Prima della fine di ogni anno solare, poi, si muove ancor più il mercato sotterraneo (ma visibilissimo in parte su internet) dei vini rari, da collezione. Si tratta di veri e propri oggetti d’investimento che aumentano di valore: anno dopo anno, per qualche anno. Lo champagne fa parte di questo nucleo di vini. O meglio, alcune griffe dello champagne sono dei veri e propri oggetti del desiderio. Status symbol che hanno affascinato ed affascinano plotoni di ricchi ed arricchiti in tutto il mondo. Disposti a spendere tanto per averli, regalarli, per fare bella figura. Un mercato interessante, ricco, dove non è raro di incappare in bottiglie “taroccate”. Così come succede con gli orologi ed altri prodotti di lusso si tratta di falsi. In questo caso neppure tanto buoni (ed igienici) da bere.
La rivista “Forbes”, mesi fa, ha realizzato una classifica degli champagne più costosi. A suo dire si tratterebbe di un campione di vini non particolarmente rari e facilmente reperibili nelle grandi enoteche statunitensi: il più costoso dovrebbe essere il Krug, Clos du Mesnil 1995, con un prezzo intorno ai 750 dollari. Solo 12mila e 624 bottiglie provengono dall’annata 1995 e dai neanche due ettari del “clos” (vigneto recintato da mura) più prestigioso di Krug, interamente piantato con uve chardonnay. Un po’ meno costosa è l’annata 1992, che costa sui 400 euro. Lo champagne “blanc de noirs” (cioé ricavato solo da uve a bacca nera: pinot nero per l’esattezza) più costoso è il Bollinger Vieilles Vignes Francaises 1997: costo, poco più di trecento euro. Questa particolare selezione “Vieilles Vignes” di Bollinger viene prodotta da vigne sopravvissute alla filossera, quindi ancora su piede franco. Si tratta di uno dei due piccoli appezzamenti di viti a piede franco ancora esistenti nella Champagne. Da qui la “tiratura” estremamente limitata ed il prezzo molto alto. Lo champagne rosé più costoso è il Dom Pérignon Rosé del 1995: venduto sui 300 euro la bottiglia. Il blanc de blancs non Krug più costoso è il Salon le Mesnil Salon 1995: sui 200 euro. Lo champagne d’annata più costoso è il Krug 1990: 200 euro. Lo champagne non d’annata più costoso è il Krug Grand Cuvée: 150 euro. Non male anche le quotazioni dello champagne non d’annata (e non Krug) più costoso: il Laurent-Perrier Grande Siècle a circa 72 euro la bottiglia; e poi, si ricorda lo champagne d’annata (non Krug) più costoso: il Pol Roger Brut 1998 a 70 euro. Una marca, quest’ultima, assai nota in Europa, assai meno negli USA: comunque tra gli champagne più costosi.
Interessante, anche la presenza in questa classifica americana di uno spumante metodo classico italiano, il primo fra i non champagne: il Ca’Del Bosco, Cuvée Annamaria Clementi 1993, venduto a circa 130 euro la bottiglia. Nonché di uno “champenoise” americano: lo Schramsberg, J. Schram del 1999, venduto a 68 euro.
Nell’articolo di Forbes si citavano anche lo champagne più costoso venduto all’asta: un Louis Roederer, Cristal Brut 1990, Millenium 2000, mathusalem (8litri), aggiudicato per più di 17 mila dollari, al cambio dell’asta: quasi 15mila euro. Più di due mila euro al litro!
Questa notazione ci dà modo di sviluppare ulteriormente la nostra esposizione, ritornando in Europa e in Italia. Paese in cui è proprio il Cristal Brut della Roederer a godere degli stessi favori del pubblico che il Krug ha negli Usa. È un vino assai modaiolo, il cui consumo, nonché l’immagine di prodotto di classe, è stato portato in alto da personaggi del mondo dello spettacolo come i cantanti hip-hop e i rapper. Anche se sembra fosse già il preferito di Elton John negli anni ’80. L’azienda nacque nel 1776 ed è ancora oggi a gestione familiare. Possiede anche il marchio dello champagne Deutz. Una maison molto amata dagli Zar di Russia nell’Ottocento. La passione della corte russa fece nascere nel 1876 una bottiglia speciale dedicata allo Zar Alessandro II, quella del Cristal, trasparente e a fondo piatto. L’unica bottiglia di champagne a fondo piatto. Lo Zar era un amante di questo champagne e ogni anno ne acquistava ben 660mila bottiglie. Oggi i suoi consumatori sono, appunto, ricchi, nuovi ricchi, cantanti e modaioli. In enoteca o in discoteca, per le bottiglie normali si superano tranquillamente i cento euro, molto di più per le annate e le bottiglie particolari come i magnum o i jeroboam o i mathusalem…; raro e costoso anche il Cristal Rosé.
Ma non è finita qui. Curiosando fra le notizie stampa delle agenzie specializzate, si scopre che esistono anche altri champagne decisamente cari, carissimi. Oltre a quelli segnalati da “Forbes”. Si legge, infatti, che nella serie “i più costosi del mondo” mancava lo champagne Perrier Jouet Belle Epoque che costa circa mille euro! È, forse, lo champagne più costoso al mondo. Ma se proprio volete fare i “grandi”, accontentatevi di un Roederer Crystal Rose o di Krug Clos de Mesnil: ve la caverete con solo qualche centinaio di euro. E, se proprio volete esagerare, comprate la marmellata a base di vino champagne ed arance. La vendono in Inghilterra ed è prodotta dalla F. Duerr & Son: preparata con un mix di whisky, champagne, le migliori arance di Siviglia, costellata di piccole scaglie d’oro 24 carati e contenuta in un vasetto di cristallo. Costa più di mille sterline. È fatta, utilizzando alcuni dei prodotti più buoni, ma anche più costosi al mondo: innanzitutto il whisky vintage Dalmore ‘62 della Whyte & Mackay, che vale 32mila sterline a bottiglia, lo champagne Pol Roger Cuvée Sir Winston Churchill del 1996 (altra rarissima e costosissima bottiglia da centinaia di euro) e le buonissime arance di Siviglia.
Tanti soldi, dunque, intorno allo champagne. Al punto che c’è qualcuno che dell’accaparramento di bottiglie rare, costose, fra cui lo champagne, ha fatto il suo mestiere. O un interessante secondo lavoro. Si parla di “cacciatori” di bottiglie che battono enoteche e ristoranti; grossisti e dettaglianti; oppure che viaggiano in Paesi più o meno lontani, seguendo il filo di un ragionamento: ciò che non va di moda là è di moda qui… Si vocifera di speculazioni delle ditte stesse o dei loro venditori… In internet si può comprare di tutto e a tutti i prezzi. Ma forse bisogna trovare qualcuno di fiducia, come un buon gallerista. D’altra parte, visto il costo e il mercato, queste bottiglie possono essere paragonate a delle opere d’arte in miniatura. Chissà cosa ne avrebbe detto Wharol?

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