Una non serata in un non luogo… e una –vera- cena

Sono stato l’altro ieri in un “non luogo”: uno di quei luoghi senza storia che ornano le periferie delle nostre città. In questo caso a Collegno, un grande centro commerciale tutto musica e griffe internazionali “made in china”; grosso complesso appoggiato in una periferia lasciata a sé stessa con tracce (vere) di incuria, sporcizia, polveri, carte, fazzolettini e sacchi dell’immondizia. Mi aspettavano in un ufficio per propormi di entrare a far parte di un gruppo di “viral marketing”, settore telefonia. Un prodotto “non reale”, un “non prodotto”. Roba dei nostri tempi (di ieri, oserei dire). Davanti all’ufficio, due fioriere scomposte e mal tenute facevano brutta mostra di sè. A pochi metri, le macchinone dei dirigenti: lucide, baldanzose, arroganti… procuravano acri contrasti. Me ne sono andato, salutando con gentilezza.

Mentre mi trovavo là (un po’ imbarazzato, confesso), mi ha telefonato Roberto da Riale. Alta Val Formazza. Chiedendomi alcune cose. La settimana prima ero andato a trovarlo in quell’”isola alpina” che è l’alta Val Formazza, ai piedi del Bettelmatt e del Gries. Mi ha preparato una splendida cena, raccontandomi del suo aver voluto tornare a casa per un po’, dopo stagioni in Usa, Nuova Zelanda, Germania… Abbiamo bevuto un Moscato Giallo Barleit 2007 dell’Alto Adige (“Goldmuskateller Troken”): buono, profumato di fiori, camomilla, miele… abboccato, fresco. Buono, ma proprio nulla confronto ad una cena che giocava con maestria con i prodotti del territorio, con le tradizioni (povere) dei walser… Mi ricordo l’insalatina selvatica condita con pancetta ed aceto balsamico, il cestino con formaggio fresco e basilico, i funghi ripieni, la crema di  bettelmatt coi fagottini di riso, il petto d’anatra al vin brulée, il bigné al lardo speziato… tutti prodotti veri di un luogo vero, di lavori e passioni vere. Concreti come la neve che incombeva ancora sulla strada stretta, le tracce di frane, gli alberi storti, i prati già scintillanti, i caprioli intercettati dai fari… Vite vere.

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