Mi è piace la canzone di Themorbelli, “Postcard”, dedicata alla sua città, Acqui Terme (Al). Con un linguaggio allusivo, poetico, ha espresso rabbia, disagio, dispiacere verso una città incapace di progettarsi e di sognare un futuro. Ascoltatela. Una cittadina concentrata sul suo “ombelico”, culto del denaro, apparenza… in declino, appunto. Nonostante il potenziale dato dalla storia e dalla natura: aggiungo io.
Un declino che ho avvertito lento ma costante in questi anni. Ci arrivai per caso venti anni fa e mi piacque molto. Ci divertimmo molto, ci tornammo altre volte e dietro alla Bollente compravo vecchie pubblicità ed altro modernariato tipografico. La bottega però non c’è più da tempo.
Ricordo che di ritorno dalla Toscana con un gruppo di amici gourmand ci fermammo in un bel ristorante nel centro storico di Acqui. Bella giornata. Il ristorante però non lo trovo più: dimenticanza o chiusura? Anni dopo ho mangiato sulla collina, in un locale che aveva tutti i piatti spaiati ed era un tempio del modernariato. Come la bottega che non c’è più.
Poi ci sono tornato per andare alle Terme, un paio di volte, al Grand Hotel di Acqui Terme. Mi feci fare anche un massaggio e, che ridere!, m’impacchettarono come un salame nella pellicola plastica. Ora le Terme sono chiuse. Forse la Regione si farà carico di riaprirle. Speriamo, ci tornerei volentieri.
Ma ad Acqui ci sono comunque tornato più volte per altre ragioni: il mio amico Claudio Barisone, capo cuoco supremo della Pro Loco di Ovrano, frazione alta di Acqui, mi ha invitato più volte a cena (e che cene! A cavallo di storia e di gusto). Grazie a lui ho dormito in vari alberghetti anni sessanta e più moderni B&B ed affittacamere by Booking… Ogni tanto mi facevo tentare da un negozio di cappelli sotto i portici vicino alla Bollente. Ma ora è chiuso. Peccato.
Da un paio di anni sono parte della Giuria del Premio Letterario L’Oro della Bollente, bella iniziativa barisoniana. E ad Acqui torno volentieri con la scusa di prendere i libri da leggere. Mi piace sempre e la vorrei più brillante. Meno decadente. Themorbelli, al secolo Mario Andrea Morbelli… ecco, lui ha ragione.