Storie Gotiche

Un vecchio vescovo danese, ricordo, mi disse una volta che ci sono molte vie per giungere alla verità, e che il Borgogna è una delle tante” (Karen Blixen, “Sette storie gotiche”). Un filo misterioso lega un libro che ho ritrovato e una bottiglia di vino che da mesi se ne stava tranquilla nella mia cantina, in attesa di trovare il momento giusto per essere aperta. Ritrovo il libro, rileggo la citazione della Blixen (che nulla c'entra con il libro, se non nel trasmettere una sensazione di inconoscibilità del reale) e mi ricordo della bottiglia. Regalatami mesi fa da Franco, desideroso di ricambiare un lauto pranzo da me pagato al Galaxy Grill di Gallarate, da Ghaffarian. Ristorante su cui ho avuto uno scambio-scontro epistolare con un giovane recensore di 2Spaghi, pochi giorni fa. Coincidenze, fili sottili. Apro la bottiglia e la bevo con mio fratello venutomi a trovare (e responsabile, in parte, del ritrovamento del libro con la citazione) e la trovo buona, giovane ma buona. Si trattava del borgognone Pouilly Fumé AOC del 2008, 12,5°, prodotto da Serge Dagueneau & Filles. Un vino dal bel bouquet (assai diverso dal prevedibile, pur essendo un sauvignon blanc) in cui si riconoscevano note minerali, agrumi, verde, legno. In bocca, poi, era fresco ma equilibrato, quasi morbido all'inizio, ma poi fresco. Con sapore pieno con sfumature di miele e di agrumi. Buono. Un paio d'anni ed era meglio, per me ovvio. A Marco è piaciuto ed è sparito presto: lui e tutti i misteriosi fili “gotici”. A la santé!

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