I 300

I 300 spariti avranno avuto le loro ragioni -ciò è comprensibile-, ma la loro scomparsa ha comunque sorpreso gli organizzatori di Ristoranti sotto le Stelle, seconda edizione. L'anno scorso, infatti, si aspettavano 300 persone e ne sono arrivate 700; quest'anno, l'obiettivo massimo era bissare o comunque di arrivare a 500. Invece, a spanne, di gourmet e di gourmand ne saranno arrivati sì e no 400. Trecento, puf!, sono spariti. Dove sono andati? Perché non sono tornati? Forse ha spaventato il prezzo, 40 euro invece di 35; forse la “location” sulle rive del Lago a Pallanza invece a che in una villa (l'anno scorso la Rusconi Clerici) ha comunicato un'atmosfera meno ricercata; forse, forse… A Pallanza, dunque, lunedì 28 giugno si sono trovati circa 400 gourmet immersi in una atmosfera di lago assai bella con una scelta di vini e di piatti da degustare assai varia e, per certi aspetti, contraddittori. E forse, questo sì, potrebbe spiegare alcune cose. Oppure no, non so: ma un mix di cucina tradizionale, di cucina creativa e di cucina modernamente “pop” può creare confusione. E anche i ristoranti presenti erano sì una bella fotografia del Vco gastronomico, ma dalle scelte e dagli esiti assai diversi. E la clientela di alcuni certo non sarebbe mai venuta a mangiare sul lungolago di Pallanza, in piedi, combattendo con caldo e moscerini. Forse. Comunque venti erano i buoni, venti le degustazioni possibili. Tante? Poche? Tante: era infatti difficile finirli ed io, assai goloso, ne ho avanzati cinque che ho regalato all'americana affinché “get drunk” alla mia salute.

A me la serata è piaciuta: c'era spazio, ci si muoveva meglio, ho incontrato decine di amici e conoscenti; ho fatto progetti, invitato… una bella serata estiva, “la” mia serata estiva… indimenticabile. Cosa ho assaggiato? L'unico vino che ricordo con piacere era il Vigna Pedale di Torrevento. Mentre fra i piatti, molto assai mi è piaciuto il piatto “pop” del Piccolo Lago. Ovvero, un piatto apparentemente popolare ma dai contenuti gastronomici alti. Come va di moda oggi. Marco Sacco aveva infatti preparato uno Spiedino di carne marinata e glassato con la batida di coco. Uno piedino di carne, salsiccia, ananas… apparentemente facile, ma frutto di quattro marinature differenti e glassato assai piacevolmente. Agro-dolcino, piacevole, buono… da copiare (se si trova la ricetta); a me è piaciuto anche il Gazpacho di anguria con misoltino affumicato di sgombro del Mediterraneo e fiori di camomilla selvatica che aveva preparato Franco de Il Clandestino di Stresa. A Mirco non è piaciuto, ma a me sì. Andrea, invece, ha votato come migliore il piatto proposto da La Zucca di Arola: il Croccantino di riso alla zucca, coscetta di quaglia arrosto e fonduta alla toma dell'alpe Sacchi. Piatto meno creativo del precedente: riformista e non rivoluzionario. Altri piatti assaggiati: il tradizionale Cervo nostrano in umido con polenta dell'Edelweiss di Viceno. Roba da non credere: l'hanno finito nonostante il caldo. Buono. E poi: i Medaglioni di coniglio farciti, crudo di Vigezzo, patate rosse montate all'olio di oliva. Non male, ma scomodo da gestire in piedi senza coltello. Proposto dalla Locanda Walser Schtuba di Formazza (ma i walser mangiavano 'ste cose? Ah aha ah): e ancora: la Bruschetta di baccalà mantecato all'olio di oliva extravergine con polenta soffiata. Buono e creativo nella presentazione. A Mirco è piaciuto più di tutto (forse un po' meno dello spiedino); poi, abbiamo assaggiato i Piciocul di mirtilli, cioé specie di maltagliati, gnocchetti sghembi con salsa a base mirtilli. Colore impressionante. Non male. Opera dell'Osteria del Divin Porcello di Masera. Bel locale; inoltre, i Ravioli di anatra al profumo d'arancia della Serenella di Feriolo si facevano notare, anche se il prezzemolo proprio cosa c'entrava? Solo colre? Non male; tre palline saporite del Ristorante Marconi di Crodo hanno attirato la nostra attenzione. Erano la Piccola pasticceria salata dove fra bettelmatt, acciughe e polenta la creatività ben si esprimeva. Buone. Buoni i gelati e i dolci proposti (ma ero veramente pieno e poco c'è stato: chiederò lumi ad Aldo e a Massimiliano). Ecco, i 300 mancanti hanno perso molto. Magari, però, avranno avuto le loro ragioni. Tocca agli organizzatori, dunque, capire perché non si sono presentati al secondo appuntamento… Vedremo, sentiremo…

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