Sotto il vulcano

Ad Omegna hanno appena inaugurato un negozio di specialità alimentari della Sicilia. Parecchi i vini del catanese proposti, specialmente quelli coltivati sulle pendici dell’Etna. Vulcano che spicca nell’insegna del negozio (che è anche sito di vendita on line, distribuzione prodotti tipici, etc etc…) e che a me ha ricordato i grandi fuochi dei festeggiamenti di San Vito.

Li ho assaggiati tutti. Ma solo uno mi è piaciuto: il Koiné 2003 Etna Rosso doc, degli Antichi Vinai. Quattordici i gradi. Un vino in cui il nero d’avola (così mi è parso capire, non era segnato in etichetta) si sentiva un po’ lontano con il suo fastidioso profumo di selvatico. Mentre in primo piano spiccavano profumi di legno, frutti in macerazione alcolica. In bocca era caldo ma non troppo corposo e con una buona acidità. Cosa che mi ha ben colpito –forse dovuta alla coltivazione in altezza- e che ha reso il vino ben più beverino rispetto ai tanti altri “mangiaebevi”, pieni e molli, che ho lì assaggiato.

Un po’ caro. Sui tredici euro. Cifra con la quale si può comprare una buona bottiglia di ogni dove. La domenica dopo, lo riassaggiato, non prima di aver aperto un Sauvignon Collio doc Villa Russiz del 2004 (13°). Ancora ricco di profumi (un sauvignon proprio tipico) ma in bocca un po’ molle, con poca freschezza. Credo sia l’età. Alla fine, col dolce (è domenica, proprio domenica) ho aperto un Ramandolo docg del 2000, firmato Anna Berra di Nimis (13°). Ottimo vino dolce, in cui l’ossidazione ha giocato un ruolo piacevole, ammorbidendolo, gradevolizzandolo.

La zia Marziana era “scandalizzata” da tale ricchezza di vini, ma poi le ho spiegato che invece del manzo ho fatto l’arrosto con il maiale. Un po’ si è tranquillizzata. La prossima volta, però, travaso i vini in un bottiglione: così non si preoccuperà più delle mie finanze.