Siamo tutti un po’ borgognoni: sei.

In Borgogna abbiamo bevuto molti vini, anche durante i pasti. Sembra passato un secolo, ma gli appunti ci riportano il piacere delle serate e dei mezzodì al ristorante. La prima sera, al ristorante dell’albergo, abbiamo bevuto quattro vini. Discreti, buoni ed uno buonissimo. Abbiamo iniziato con un Gamay 2006 Le Clocher, 13°, dai profumi vinosi, di frutta rossa; alcool in evidenza; in bocca subito dolce e poi fresco, molto fresco. Lungo. Poi, si è passati ad un Givry 1° Cru, del 2003, Domaine Chofflet Valdinaire. Sapeva di spezie, frutta appassita (prugna), garofano; in bocca è asciutto, magro. Buono. Della stassa Casa, abbiamo infine assaggiato un Givry 1° Cru del 1989 (Andrea subisce il fascino delle ossidazioni!). Un vino dai profumi fini, di frutta rossa, di spezie; buona freschezza, corposo, asciutto… piacevole, non c’è che dire. Abbiamo concluso con un colpaccio: un Sauternes Paullon de Sanduray (Saouray? Devo imparare ad usare lo stampatello!) del 1989 (43 euro, direi buon prezzo). Il maitre non ce lo voleva dare coi formaggi: abbiamo dovuto insistere. Ed avevamo ragione. Aveva profumi di mele renette appassite, di miele, di frutta a polpa gialla, un pochino acetonico; in bocca era asciutto, non troppo dolce. Adattissimo coi formaggi: ma vallo a spiegare ai francesi!
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