Se avessi parlato su, in montagna, al Rifugio Città di Busto, di vini Bio (biologici e biodinamici) avrei detto che non si tratta di una moda, piuttosto di un nuovo modo d’intendere i vini. Uno stile nuovo che reclama di essere vecchio ma vecchio non può essere, perché i vignaioli oggi sanno, mentre ieri non sapevano. Sanno scegliere le uve adatte a fermentazioni lunghe, spontanee; sanno spiegare ai clienti che certe ossidazioni sono un pregio e non un difetto; sanno dire, sanno rivendicare, sanno proporre…
In futuro ci saranno anche loro, i vini cosiddetti “naturali”: biologici o biodinamici o semplicemente frutto di sperimentazioni naturali in vigna e in cantina, assenza di chimica (e di quella buona), di manipolazioni fisiche (filtrazioni in primis), di prodotti allergeni (albumina, caseina… c’è chi le usa ancora). In futuro saranno una famiglia a sé nel mercato del vino: i vini nuovi che si dicono vecchi accanto ai vini vecchi che sono figli delle moderne conoscenze scientifiche (e che soddisfano i gusti della maggioranza). Loro, ovviamente, destinati ad una minoranza di curiosi, di aperti a profumi e gusti insoliti…
Ecco, intorno a questi concetti avrei argomentato. Invece mi sono perso ad assaggiare la polenta di farina di Beura che era accompagnata da carni eccezionali (Crosetti docet) e, ovviamente, ottimi vini. Se per il desco ringrazio la curiosità intellettuale di Marco, patron del Rifugio, e la capacità del suo staff (Paola, insegnami a riconoscere il buonenrico!), per il vino ringrazio Andrea e la Vintesa che hanno fatto arrivare in quota il Cabernet Sauvignon del Castello di Stefanago (Borgo Priolo, Pavia); un vino ottimo, del 2008, che mi ha fatto riconciliare con il cabernet sauvignon. Non facilotto né stucchevole, ma con profumo complesso con note vegetali e di fogliadipomodorpeperoneverde, in bocca era corposo, equilibrato, asciutto, lungo e caldo… Ottimo davvero. E segnalo anche il Pinot Grigio della stessa azienda: grande!
Ma di cosa stiamo parlando? Ecco a voi in Comunicato Stampa a suo tempo diffuso… Buona lettura e buona degustazione. E per chi volesse e avesse voglia, dopo un’interessante scarpinata, buon appetito al Rifugio Città di Busto… Se passate di là, salutate per me Maria Teresa…
“In quota con i vini Bio
S’arricchisce l’offerta del Rifugio Città di Busto, Valle Formazza: martedì 19 agosto, oltre al bellissimo concerto en plein air della rassegna Musica in Quota (www. Facebook.com/musicainquota), ai turisti viene proposto un banco d’assaggio vini Bio, biologici e biodinamici. Un Banco d’Assaggio Vini in quota, originale ed unico quale il panorama in cui è inserito il Rifugio Città di Busto, a 2480 metri di altezza!
Il Banco di Assaggio prevede una buona scelta di vini bio del nord Italia, a partire dal Piemonte: Grignolino d’Asti dell’azienda La Luna del Rospo (Agliano di Asti); Neh! Rosso (mix di barbera, dolcetto e nebbiolo), Barbera d’Alba e Barbaresco Riserva docg di Punset (Neive, Cuneo); dalla Lombardia il Pinot Grigio, il Muller Thurgau e il Cabernet Sauvignon del Castello di Stefanago (Borgo Priolo, Pavia); dall’Alto Adige, Azienda Loacker Schwarhof (Bolzano), con il suo St. Magdalener Schwarhof doc, mix di schiava e di laurei, e il Gewurztraminer Loacker con tappo vetro.
Gli escursionisti che dalla mattina arriveranno alla Pian dei Camosci, per assistere al Concerto dei Crazy Brass, potranno approfittare sia della ricercata ristorazione del Rifugio sia dei vini Bio selezionati da Vintesa: L’Intesa fra i Vignaioli Bio e portati in quota da Andrea e Riccardo con la preziosa collaborazione del gestore Marco Valsesia e il suo staff.
Andrea Piccinno della AP Selezione e Riccardo Milan, professore del “Maggia” di Stresa ed appassionato degustatore di vini, organizzano da anni eventi enogastronomici a partire dal Banco di Assaggio Vini Sanvino che si tiene ogni anno ad Omegna nell’ultimo fine settimana della Festa di San Vito, in collaborazione con la locale Pro Loco.”.