Vino Transizionale

Il caso dei borgatari, della plebe che ha dato l’assalto alle vetrine delle boutique di Torino, mi ha fatto ricordare altro. Qualche giorno fa, infatti, è stata fermata una banda di falsari che stava (o aveva già? Negli articoli che ho letto non è chiaro) inondando il mercato del vino con del falso Sassicaia. Una truffa vera e propria anche perché all’interno delle costose (ma convenienti) bottiglie di vino arcinoto c’era un modesto rosso pugliese. “Tanto non capiscono nulla”, sarebbe stato il commento di uno degli indagati. Il che forse è vero, in parte. Molti, infatti, comprano e regalano queste bottiglie per il loro valore simbolico: rimangono lì, in cantine ben protette, per anni. Una volta aperte, un po’ l’età e un po’ la fama fanno si che eventuali difetti non siano esplicati, descritti (“sarò io, si pensa, a non capire il vino, un vino così famoso!). Tante non vengono neppure aperte: sono infatti oggetti, non prodotti.

Così come il Sassicaia: mica per berlo, mica per usarle. Solo per dire: “io l'ho!”. 
Oggetti transizionali, si potrebbe dire. Ma non prodotti. Non vino.

Le borse di Gucci sono altrettanto e sfido a distiguerle dalle false: forse il materiale, se i falsari sono stati micragnosi; forse una rifinitura non perfetta, se i falsari non sono stati precisi… ma non è per questo, per la loro qualitàdi prodotto che la plebe le voleva. Le voleva per il loro valore simbolico. Così come il Sassicaia: mica per berlo, mica per usarle. Solo per dire: “io l’ho!”.

Oggetti transizionali, si potrebbe dire. Ma non prodotti. Non vino.

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