Sono quattro le Sagre di Qualità opera di altrettante Pro Loco piemontesi che hanno ottenuto la certificazione volontaria Unpli nazionale. Da nord a sud della regione: Montecrestese (Vco), Fontaneto d’Agogna (No), Refrancore (At) e Cervere (Cn).
A Montecrestese si è recuperato l’uso tradizionale della patata, con l’omonima Sagra agostana. “La prima edizione della Sagra della Patata ha luogo nel 1994 su iniziativa della Banda Musicale di Montecrestese e nasce dall’idea di creare una manifestazione che potesse diventare al tempo stesso sia una festa per il paese, sia un interessante punto di riferimento per i turisti presenti in Val d’Ossola nei periodi estivi, a cui far conoscere i prodotti del territorio e le… specialità culinarie locali a base di patate”. Oggi la Sagra della Patata ha attivato una piccola economia agricola, un presidio Slow Food, un richiamo turistico, la valorizzazione della gastronomia locale.
A Fontaneto d’Agogna c’è un’altra Sagra che celebra un prodotto Presidio Slow Food: la cipolla bionda, dolce. Una frequentata Sagra settembrina che ha ormai più di dieci anni di successo “Due giorni con i piatti a base di cipolla da gustare in fiera, mercato contadino con produttori del territorio, e una rete di ristoranti selezionati della zona che” mettono “in carta il presidio Slow Food novarese”. Anche in questo caso la Sagra ha attivato una piccola economia agricola dedicata, ha valorizzato la gastronomia locale, ha reso turistico un piccolo centro altrimenti anonimo. Un grande lavoro “di qualità” della Pro Loco.
A Refrancore per la Pentecoste si rievoca “una tradizione antica legata all’usanza dei feudatari di svuotare i magazzini di fagioli per far posto al nuovo raccolto in arrivo, utilizzandoli per offrire un pasto caldo ai più bisognosi”. I fagioli protagonisti di questa festa sono dei fagioli speciali tipici di questo paese, “i fagioli dell’occhio”, “una varietà di fagioli che un tempo erano comuni nella zona e che recentemente sono stati reintrodotti nella coltivazione”. Anche in questo caso la Sagra ha riattivato un’agricoltura dedicata, ha creato interesse, ha valorizzato un territorio fuori dai circuiti più noti.
A Cervere, la Sagra novembrina del Porro, “porro di cervere” o “cervere” ha recuperato, sostenuto e valorizzato un prodotto una volta comune e quasi scomparso. Una storia d’intuizione, amore per il proprio paese, tenacia… come si racconta anche un docufilm voluto dalla Pro loco. “La coltivazione del porro nelle terre di Cervere utilizza una locale selezione massale del seme, unita ad un metodo di coltivazione tramandato di generazione in generazione che si basa ancora su un’altissima componente di lavoro manuale”. Ogni anno migliaia di ospiti affollano il Palaporro con degustazione di piatti a base di porro, preparati da abili cuochi secondo antiche ricette in parte rielaborate, fanno acquisti al mercato del porro allestito in centro paese, “i produttori cerveresi espongono il meglio della produzione giunta a maturazione”.
Cos’è la certificazione di qualità volontaria Sagra di Qualità? Si tratta di un’iniziativa Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia). L’Unpli s’impegna a salvaguardare e promuovere le Sagre di Qualità rappresentative della storia e tradizione del nostro Paese. L’obiettivo del progetto è rendere facilmente identificabili le Sagre che realmente operano per la promozione e tutela del territorio. Nell’ambito di questa iniziativa è disciplinato il Regolamento per l’attribuzione del marchio che identifica in maniera univoca le Sagre tradizionali e di qualità, ovvero le manifestazioni che vantano un passato di legame con il territorio e che abbiano come obiettivo la promozione e creazione di sinergie con le attività economiche locali. Il regolamento è anche uno strumento per definire regole univoche e condivise per l’organizzazione di eventi di promozione del prodotto locale e dei suoi piatti tipici, su tutto il territorio nazionale, che prendano in considerazione requisiti di tipo storico-culturale, organizzativi ed anche di ridotto impatto ambientale.