S’, l’ho fatto!

Sì, confesso, l'ho fatto: ho comprato per pochi euro alcune bottiglie di Tavernello Frizzante, sia in versione rosata che bianca. E non ne sono pentito. Anzi… Anzi per il prezzo che ho pagato, per la certezza di qualità igienica e sanitaria che la Caviro mi dà (vuoi mettere con vinelli analoghi anonimi e sconosciuto ed apolidi), per la testa leggera la mattina dopo, per la le tante bottiglie che ieri sera sono state aperte e finite… Ottima cosa.

Certo, la valutazione olfattiva e gustativa è quella che è: un vino bianco frizzante che profuma dolce, che ci ha ricordato quelle collane di caramelle che si prendevano all'oratorio, che ha profumi leggeri, assai volatili, che profuma di “bananino” (come direbbe Eugenio)… che in bocca è dolce e poi subito fresco, poco corposo, va giù e sparisce presto. Senza personalità, direi. Undici gradi. Un vinello. Idem per il rosato che profumava un po' di frutti rossi, ciliegia ed alcol, ma subito finiva lì: una sensazione di chiuso, di stanza chiusa, di fine dei profumi oltre la soglia. Come certe bonarde o certi lambruschi che appaiono invitanti ma poi, quando entri, trovi una stanza vuota: abbandonata o mai abitata? In bocca il Tavernello Rosato Frizzante aveva un poco più corpo ed era più morbido, quasi abboccato, con leggera sensazione di sapore. Meglio in bocca che al naso. Ma niente di eccitante: un altro vinello.

Però! Però, poco costoso e per niente pericoloso. Ben al di sopra di analoghi vinelli alla spina che si trovano d'estate al mare o in pizzeria e che si fanno ben ricordare la mattina… questi sono passati veloci, come certi sogni di cui si ricorda all'alba (o si immagina di ricordare) solo la scia delle sensazioni… e poi, nulla più! 

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