Passo da Borgomanero per caso in una certa via con mio figlio e ricordo: “in quella casa -gli dico- una ragazza, tanti anni fa, si slacciò il reggiseno e il suo gesto mi lasciò di stucco!”. Filippo ride e mi chiede il nome. “No, non ricordo il nome, forse -e ne dico uno- né ricordo il viso. Ricordo però bene le sensazioni che mi diede: sorpresa, piacere, imbarazzo…”. Mio figlio ride ed io rinforzo ed astraggo citando Petrarca e il tema del ricordo delle emozioni. “Sarà” risponde Filippo e si passa ad altro.
Nelle ore successive mi sforzo di ricordare, ma dalla nebbia dei ricordi emergono solo le sensazioni e forse delle immagini: noi due su un divano a baciarci, le mie mani sotto il maglione, il mio indugiare timido e il suo gesto improvviso… sorpresa, piacere, imbarazzo! Lei mi sorrise benevolente? Io che faccia feci? Non so, non ricordo. La mia Laura non ha nome, né volto. Ma fa parte di un continuo fluire di ricordi in cui le sensazioni sole sopravvivono.