Il colpo di teatro è stato il buffet della Reggia di Caserta: un luogo dignitoso, ma pur sepre una mensa. Lì, fra penne al pomodoro e pollo con patate, mi hanno offerto del pesce spada in umido. Mi ha sorpreso perché: 1) è un pesce che propongono anche al ristorante dove la gente pensa sia “prezioso”; 2) invece è un pesce che si trova ovunque (e perché allora proporlo al ristorante?); 3) poi è un pesce a rischio; 4) inoltre è un pesce “allevato” male e pescato, molto-troppo, di frodo.
Io non lo mangio più ed invito tutti a non farlo. Bisogna scegliere pesci meno noti, meno a rischio: niente tonno, niente orate, niente branzini… eppure, se vai al ristorante, questi pesci costituiscono la quasi totalità dell’offerta. Qualcuno aggiunge cozze, gamberetti, gamberi, mazzancolle… poca roba.
Ringrazio allora la famiglia Ruocco di Agropoli che mi ha offerto una ricca cena a base di pescato e il ristorante Taverna Caorlina di Caorle che ha in carta dell’anguilla pescata in loco.
Salviamo il pesce spada, salviamo il tonno: non mangiamoli!