Diciamo subito che se la nostra bandiera avesse avuto tanti colori, tipo -per esempio- il Sudafrica o il Venezuela; o fosse stata anemica come le bandiere del Giappone o della Grecia la pasta sarebbe stata anche più pasticciata o del tutto insignificante. Per cui avere tre colori può prestarsi benissimo a molte interpretazioni gastronomiche. Prima fra tutte la pizza Margherita. Oppure la pasta tricolore, che lo chef Davide Scabin giudica “immangiabile” addirittura “un danno per l’Italia”. Un altro cultore del gastronazionalismo, verrebbe da dire. Ma forse ha ragione lui. Chi l’ha mai assaggiata? Io no, però… Però l’assortimento è vario e dunque viene da pensare che qualcuno questa benedetta Pasta Tricolore la mangi davvero (e sarà anche buona immagino). Un veloce scorrimento sui negozi on line e scopri due cose: che ci sono più formati in tre colori; che spesso è la stessa pasta, il singolo pezzo di pasta, ad essere tricolore; che ci sono pastifici anonimi ed alcuni famosissimi che la producono; e che non si capisce (ad apparenza, almeno) nulla del prezzo. Su quest’ultimo aspetto anche Scabin si era pronunciato, ma riferendosi credo solo alla pasta tricolore venduta negli Autogrill, dove i prezzi per ovvie ragioni sono più alti un po’ per tutto. Dico questo perché in rete si trovano prezzi di ogni tipo: dai cinque euro ai venti euro al chilo… fatevi un giro. Ciò che appare è il mondo: vario e colorato, bello da vedere e incuriosente da gustare. Dove a volte si paga il formato, a volte si paga la ricerca, a volte la maggiore qualità, a volte il marketing, la marca, il nome… Non mi ha fatto una cattiva impressione però. Da assaggiare.
Fito: https://www.mybusiness.cibus.it/it/prodotto/farfalle-tricolore-2/