Nelle terre di “Unabomber”

All’inizio di agosto sono a Portogruaro, Nordest, in un grande centro commerciale teatro di una delle prime azioni, assurde, del cosiddetto “Unabomber”: quello originale, perlomeno, aveva ragioni ideologiche. Questo chissà?!

Più che un grande magazzino è il terminale merci di mediocri prodotti cinesi. Qualcosa di nazionale solo nel reparto alimentare. Mediocrità anche qui, ovviamente. Guardo i vini e in un angolino scopro alcuni campioni della produzione locale: i vini della doc Lison-Pramaggiore. Ne compro qualcuno. Sono nello stile del centro commerciale.

Il Pinot grigio del 2005 (12°) di Bellio Guerrino e Figli, viticoltori in quel di Prodipazzo, ha profumi lievi di fiori e profumi, deboli ma inquietanti, di ossidazione; in bocca è magro e un leggermente fresco. Poco più che un vinello. Mediocre. L’ho pagato quasi quattro euro: forse era un’imitazione cinese.

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One thought on “Nelle terre di “Unabomber”

  1. Hai proprio ragione: anch’io mi aspetto poco dai wine corner dei centri commerciali. L’occasione più ghiotta è di approfittare di assaggi in cantina, come Cantine Aperte o il recente San Martino in Cantina. Purtroppo non sono così frequenti. Conosco però delle enoteche che ti consentono di assaggiare alcuni prodotti prima (eventualmente) di acquistarli. Let’s experience! Saluti…

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