Natale Covid 2021

Flavia arriva con i tamponi rapidi e Carlo assiste senza togliersi la mascherina ad alta protezione. Ha paura, nonostante i tre vaccini e la malattia già fatta (e in modo grave). Tutti negativi e si può dunque iniziare la cena. Auguri, brindisi e regali. Il giorno dopo, a Natale, di tutto si parla tranne di lei che non è vaccinata: “dice che le fa male il vaccino”. Si accenna ma non si dice. Il marito un po’ scocciato ci racconta che ha già saltato un paio di cene pre natalizie, chiedendole però di inventarsi una scusa “perché quelli là non li tollerano i no vax!”. Fra un po’ se ne andrà a sciare col figlio. Lei rimarrà a casa. Sembra la trama di un romanzo minimalista. Io ci metterei dentro un predicatore no vax, il mare d’inverno, due sfighe che insieme ne fanno tre e cosucce simili. Ma sono solo mie fantasie romanzesche. Sto leggendo Ernst Junger e si spiega.

Nella realtà i non vax mi sono indifferenti. Non mi piacciono quando dicono che noi vaccinati siamo delle pecore, che è un complotto, che i vaccini non servono… che dicessero che hanno paura e morta lì: sarebbero più simpatici, più umani. A volte sembrano solo fessi arroganti. 

Al telefono stamani sento un’amica con la febbre che sta a casa un po’ impaurita e che mi sgrida per la mia tolleranza nei confronti dei no vax. “Responsabilità sociale”, “maturità” e cose così. Nel pomeriggio intercetto una conversazione no vax su FB, m’intrometto a gamba tesa scatenando la reazione di un leaderino no vax e di una chatbot (maschio o femmina? Insomma un robot risponditore). In realtà non sono rabbioso, sono solo infastidito da tanta saccenza: multinazionali, complotto, idiozia etc etc 

Guardo la mia riserva di vino. Per digerire tutto ciò ci vogliono due o tre bicchieri di un grande rosso. Mio fratello mi ha regalato un Amarone Classico Lorenzo Amedeo Marchi 2015 da 15 gradi. Dovrebbe bastare. Domani mi sveglierò luminoso. 

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