Secondo me Napoli non esiste, cioè esiste una città un po’ marginale rispetto alla modernità, una lunga storia e un oggi con mille problemi, da dove molti se ne vanno (vedi le curve demografiche); ed esiste un’altra città, immaginata, raccontata, bella e poetica come una delle città invisibili di Calvino.
Così è la Napoli che ci racconta Antonino Cannavacciuolo nella pubblicità della pasta. Napoli è una delle città più immaginata, fin dall’Ottocento. Matilde Serao divenne “napoletana di professione”, come disse qualcuno. Giusto o no, non so; segno però che di Napoli si parla sempre. Ma quale è la vera Napoli? Quella in cui vivono o quella che raccontano? Un racconto, sia detto, che plasma anche gli umori dei suoi cittadini e diventa vero. Ma è vero? O ci credono tutti solo al di fuori delle “mura”?