Mottarone come Kabul

L’Edizione di quest’anno del Lago d’Orta Wine Festival si è tenuta al Mottarone. Un modo per dire agli operatori della montagna: “non siete soli”, “non vi abbiamo dimenticato”. Il disastro della funivia del Mottarone, infatti, ha privato la vetta della montagna di una ricca linfa di turisti che da Stresa salivano ogni giorno.

Il tendone del Wine Festival sembrava però un ospedale da campo, a Kabul come idea: posto nel piazzale davanti all’arrivo della funivia, su un terreno di sabbia, sassi e terra… polvere che si alzava ad ogni passo e l’incedere attento per non metter il piede in fallo su un sasso.

Il Festival era sì bello; i vini proposti di buon livello (vedi, per esempio, le sperimentazioni spumantistiche di Paolo Ferri), ma quel piazzale abbandonato e dimenticato mi ha fatto venire in mente la leggerezza che ha causato la morte di tante persone.

Lì, con me, erano arrivati molti esponenti politici ed io li guardavo: ma nessuno si era mai accorto della superficialità con cui gestivano le funivie? Eppure il piazzale è lì da sempre. Nessuno ha mai pensato ai turisti che arrivavano da Stresa: magari in carrozzina, magari vecchi, magari malfermi… nessuno?

Io non so di chi sia il piazzale, ma qualcuno non ha visto, non ha guardato, non ha cercato soluzioni. Così come per i freni…

Lode comunque al Wine Festival per la sua testimonianza.

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