Meglio leggero?

Mah, a volte penso che per noi bevitori il vino leggero (di corpo, di gradazione, d’impegno gustativo…) sia meglio: ne beviamo di più senza pensarci troppo. Noi che a Natale abbiamo aperto per quattro una magnum di un vinello rosato assai gradevole. Beh,proprio vinello non era. Era un elegante, profumato, equilibrato charmat a base chardonnay e pinot nero prodotto da Serafini & Vidotto in quel di Nervesa della Battaglia (se non ricordo male, papà perdonami!, fu uno dei punti in cui gli austroungarici sfondarono la linea del Piave e furono ricacciati al di là del ponte, casa per casa, muretto per muretto… dico questo così per ricordare). Un vino, dicevamo, piacevolmente facile che ci siamo bevuti proprio alla bersagliera. Mentre, un’altra magnum ha fatto fatica ad essere bevuta. Si trattativa di una magnum di Mandrione 2011 di La Corsa, sangiovese in purezza, maremma toscana. Era un vino possente per densità di profumi, in cui però il legno la faceva da padrone; alcolico, con corpo e complessità gustativa adatti ad una degustazione piuttosto che ad una bevuta. Non so quanto possa costare la magnum di Mandrione (non era mia ed era stata regalata),ma certo più dei 15 euro che ho dato ad Eataly di Roma per la magnum del Bollicine Rosé Vidotto. Forse chi non beve e degusta avrebbe preferito un vino come il secondo: pieno di colore, ricco di profumi che si sarebbero svelati piano piano ed a lungo (sempre che il legno lo avesse permesso), un vino che sarebbe durato nel tempo (e che invece ho finito io nei giorni a seguire, non male anche se aperto da ore). Ma sulla tavola di Natale, fra noi bevitori, è prevalso il piacere semplice, immediato, facile ma non stupido od artefatto. Che sia questa la norma? Prosit!

bollicinerose

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