Mangeremo tutti al Circolo?

Mangeremo tutti al Circolo?

Mi sa che, se la crisi continua, chiuderanno molti ristoranti. In primo luogo chiuderanno molti dei ristoranti destinati alla media-piccola borghesia: quei ristoranti dove si mangia senza patemi d’animo ciò che “faceva la nonna” e si bevono vini belli, della festa o quasi. La media-piccola borghesia sopravvissuta, in gran parte, se ne andrà con i suoi quattro soldi, risparmiati dal fisco e dalla crisi, a mangiare in pizzeria e bere vini mediocri. O andrà al Circolo dove i vini sono ancora peggio. Sì, proprio quei vecchi circoli operai, una volta aborriti e che ora si stanno trasformando, giocoforza, in ristoranti sotto copertura. Sì perché, se la classe medio.piccolo borghese non ha più soldi, neppure la classe operaia sta meglio e questa, veramente, al ristorante -pizzeria o circolo che sia- non ci va proprio. Se non in occasioni speciali. E neppure spende molto in quartini, mezzini ed altre voci di spesa “circolesca”. E i circoli, per sopravvivere, si devono dunque trasformare in pub o più facilmente in ristoranti. Il servizio per i soci si apre così anche ad altri, attirati dal poter mangiare con dieci, quindici, venti euro… e alla sera e non solo il mezzodì. A volte si obbliga alla tessera, la si regala, la si fa pagare con il primo conto. A volte non si fa nulla e si confida nella fortuna.

Offerta Circolesca

Il basso prezzo è giustificato dai bassi costi di gestione, dalla tassazione più bassa, dalla semplicità del vasellame, degli arredi e dal vino a basso costo. I nuovi clienti dei Circoli non sono più solo giovani e radical chic alternativi, ma famiglie, gruppi amicali, cene aziendali, feste, ricorrenze e cerimonie. A volte anche matrimoni.

Come si mangia nei Circoli? Da quel che so, manca una valutazione nazionale, proprio per la natura dei Circoli: aperti solo ai soci (ma in realtà in gran parte aperti a tutti). La mia è basata sulla frequentazione di quelli locali: alto Piemonte. Per lo più si mangia modestamente: antipasti, primi piatti tradizionali, carni, raro il pesce… l’abbondanza prevale sulla finezza e sull’innovazione, ma non mancano esperienze con menù vegetariani, vegani, carne di qualità, salumi chilometro zero, formaggi non male… Spesso in questi circoli, infatti, ci sono cuochi veri e bravi. Lì rifugiatisi per questioni sentimentali, tracolli economici, solipsismo, tranquillità…

E il vino? Mah, in alcuni circoli si può scegliere da una lista modesta ma non velenosa; in altri circoli il vino sfuso è buono perché uno o più dei dirigenti se ne intende e sa coniugare prezzo e qualità; in altri il vino fa schifo: senza profumi, a volte un po’ puzzolente, in bocca aspro ed amaro, mixage di vini diversi, da acidità allo stomaco e mal di testa da eccesso di solforosa… Mentre li tagli con l’acqua gasata, ti viene da pensare che -tuttalpiù- si possono usare per confezionare armi chimiche da protesta di strada… se la crisi continua, potrebbe essere un’idea!

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