L’ultimo treno per Yume

Passo da Andrea: sta vendendo vino ad un giovane che aprirà un wine bar prossimamente. Ad Omegna. Stanno assaggiando: un bicchiere dopo l’altro. Ridono, scherzano, si studiano, bevono, commentano, chiedono e rispondono. M’inserisco. Non c’entro nulla, ma m’inserisco.

Assaggio cinque, sei vini: uno dopo l’altro. Un po’ d’acqua ogni tanto e fette di salame servite su delle tortillas che Andrea mi decanta, “meglio del pane”, mentre sta parlando con l’acquirente. Entra un altro cliente: altri bicchieri, altre chiacchiere, altro vino… Non riesco a concentrarmi se non quando arriva Yume.

Yume, leggo sull’etichetta, Montepulciano d’Abruzzo doc 2003, 14°, Cantine Caldora: sa di ciliegia, amarene, legno (6mesi in barrique), spezie… in bocca si sente l’alcool: è caldo; equilibrato, con una buona acidità finale (sennò era marmellata liquida). Un vinone, stile americano.

Lo sento ancora dopo tanti assaggi, fra cui un peperoncino messicano piccante che Andrea cerca sempre di smerciare. Un solo bicchiere però. Piccole dosi. Altrimenti cominci a sognare Tex Willer, Mephisto e l’ultimo treno per Yume/a…

Visite: 957

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *