L’età non conta

Capita spesso che i miei allievi dell’Uni3 chiedano: quanto dura un vino? Rispondo loro pieno di dubbi e di solito me la cavo ripetendo ciò che mi disse trenta anni fa il mio professore Luigi: un vino bianco uno o due anni; un rosso giovane fino a cinque anni; un rosso strutturato anche quindici anni. In realtà sono bugiardo. Negli anni ho infatti conosciuto vini bianchi bevuti un decennio dopo; rossi giovani che durano fino a diventare vecchi; bei rossi strutturati che si fanno aprire e godere un ventennio dopo… Sì, le specifiche sono molte: devono avere alcol, struttura, freschezza; devono essere conservati bene… E poi, come direbbe un altro mio professore, Luca, il vino si beve spesso con la testa e così, quando apriamo una bottiglia di decenni, godiamo del fatto che “nonostante gli anni è ancora piacevole/bevibile”. Se lo bevessimo solo con la bocca, forse non ci piacerebbe.
Comunque sia, discussione aperta e incontri piacevoli: ieri ho trovato una barbera del 2004 piacevolissima e l’abbiamo bevuta solo con la bocca. Avendoci nascosto l’età il produttore e sfidandoci a indovinarla. Era il Perlydia Barbera del Monferrato Superiore doc delle Cantine Valpane di Ozzano Monferrato. Un grande e piacevolissimo vino ben invecchiato: ed era una barbera! Il mio prof Luigi avrebbe detto cinque anni e invece sono passati già quattordici anni!
Buoni anche gli altri vini assaggiati. Ma questo mi ha mosso pensieri e ricordi. Dovrò cambiare risposta standard: dovrebbe ma…

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