Io sto con il kebab

Il caso di Lucca, anche se mal riportato, ha scatenato un interessante dibattito sul rapporto fra tradizione e città, fra locale ed internazionale… Ho ascoltato, ho ricevuto opinioni ed ora voglio dire la mia.

Impedire l’apertura di ristoranti etnici, ancorché “fusion”, nei centri storici delle città d’arte è sbagliato. Sbagliato perché gli unici limiti dovrebbero essere quelli normativi e quelli di mercato. Cioè, rispettare le regole (igieniche, lavorative, estetiche, urbanistiche…) e confrontarsi con i gusti della clientela. Capiamoci: se qualcuno, mettiamo a Venezia, invece della cucina cosiddetta tradizionale, tipo le sarde in saor, volesse addentare un pollo tanduri, è una libera scelta sua. Non vedo perché dovrebbe essere costretto a fare diversamente. Ci sono forse luoghi adatti a certe cucine ed altri ad altre? Semmai, la domanda potrebbe essere: ma un turista entrerebbe mai in un ristorante indiano a Venezia? O cercherebbe piuttosto un locale turistico, con piatti ispirati alla tradizione? Comunque sia, fatti suoi… e poi a Venezia come a Lucca ci sono già delle pizzerie, delle paninoteche (tradizionali?), dei bar americaneggianti con prodotti globali (la coca cola è forse veneziana? Il campari toscano?)…

Se il divieto riguarda la ristorazione veloce, tipo doner kebab o pizza al trancio, trovo che sia un inutile limitazione: favorisce i ricchi ed emargina i meno abbienti. Categoria, forse, che certe città non vorrebbero. Classista ed inutile: si porteranno i panini da casa.

Se si ha paura della contaminazione gastronomica, si è ciechi ed un poco ignoranti. La cucina è creazione e contaminazione continua. Pomodori, patate, fagioli, peperoncino… contaminazione antica; insalata di riso, tiramisù, soufflè, panna cotta… contaminazione recente;  sushi, tonno rosso, tempura… contaminazione presente… E poi la tradizione è quello che noi, alcuni di noi, decidono che sia.

Se si ha paura del crescente potere economico della ristorazione altra, si è vittime di equivoci e da miopia. Nel caso del doner kebab, il maggiore produttore al mondo dei “pannocchioni” di carne girante è la Germania (che ne fa anche con carne di maiale) e anche l’attrezzatura che li fa girare sembra essere europea, spesso italiana. Solo un nuovo business. E forse in futuro si farà del kebab all’italiana…

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