Il vino dell’omino

Stiamo bevendo molto in questa strana estate. Fra una lettura e l’altra, fra una bevuta e l’altra incappiamo nel Montepulciano d’Abruzzo doc 2005, Cantina Zaccagnini, Il vino del Tralcetto. 12,5°. Una bottiglia di una selezione regalatami da Monica M., proveniente da un concorso enologico dei Lions di Arezzo.

La retro etichetta, che poi è l’etichetta vera, mi colpisce per la chiarezza espositiva. Soprattutto, per due segni grafici: una botte accompagnata dalla scritta “vino maturato (e non affinato come erroneamente scrivono molti) in botti di legno”; e poi un omino stilizzato che con la mano destra tiene un grappolo d’uva per il picciolo (grappolo che per motivi grafici è un po’ grandicello). L’oimino ha cappello e mano sinistra appoggiata all’anca, quasi per bilanciare il peso del grappolone. Di fianco la scritta: “vino ottenuto da uve raccolte a mano”. Ecco, è la prima volta che vedo un’etichetta riportare questo dato. Mi è piaciuto il tutto: è una dichiarazione impegnativa.

E il vino? Buono. Monica ha scritto che “ha profumo di ciliegie sotto spirito (si sente l’alcool), mora e sottobosco in generale. In bocca si sente il legno morbido, equilibrato. Buono”. Io ho annotato: “Vinoso, con sentori di frutta rossa (ciliegia?). In bocca subito legno e poi una buona acidità. Poca personalità. Più che buono, nel complesso”.

Più che buono il “vino dell’omino” che raccoglie l’uva a mano. E complimenti al grafico.

Visite: 1105

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *