Il vino del 150mo

Ieri sera, ho risposto ad una mail di “Winenews”, un sondaggio sul vino del 150mo dell'Unità. Mi chiedevano quale fosse per me (e per altri migliaia, credo) il vino rappresentativo dell'Unità d'Italia, il vino del 150mo insomma! Io ho tentennato per alcuni istanti, oscillando fra Piemonte e Sicilia. Poi ho deciso: il vino del 150mo per me è il barolo docg. Un vino che ha fra i padri Camillo Benso Conte di Cavour, un grande italiano, illuminato padre della nostra Unità. Un vino che rappresenta il meglio dell'Italia: un Paese che guarda gli esempi virtuosi e li fa propri, con originalità; che produce qualità e valorizza il territorio. Un ottimo vino per un ottimo Paese.

La seconda domanda, però, “Winenews” non me l'ha fatta. E' il tuo vino preferito? No, non lo è. Preferisco i rossi siciliani, corposi e morbidi. Pronti. E preferisco i bianchi friulani. Il barolo docg è stato poi per anni un vino sovrastimato che si allontanava poco per volta dalle mie tasche italiane. Oggi è a più buon mercato, ma rimane sempre nell'aurea di un vino prezioso, difficile da abbinare, da “meditazione” (e che cosa significa?).

E l'Italia ti piace? Neppure questa domanda mi è stata fatta. Cosa avrei risposto? Mah, che l'Italia mi piace. Non tutta insieme e neppure in ogni suo aspetto. Ma mi piace. E' un posto a volte molto bello a volte no. Una nazione in cui si è liberi, a patto di usare la testa. La gente ama le cose belle, ma si riempie di cose brutte… Un buon posto dove vivere, comunque. E buoni vini un po' ovunque… 

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