Già, dopo

Dopo alcuni mesi, ho trovato Già. Era una della ultime bottiglie da litro in un espositore. L'ho presa, per assaggiarla. Dieci euro. Caro, per essere un vino nuovo. Un langhe doc rosso targato Fontanafredda assai ben vestito: bottiglia particolare, con bollo in rilievo, due etichette e un fogliettino a colori, assai illustrato e con più pieghe, a mo' di collana infilato in una cordicella e questa al collo della bottiglia. Non c'è che dire: assai ben messo, bello direi. Un 2010 ad 11 gradi. In linea con la modernità (meno alcol, meno… si deve guidare e nessuno sa quanto ci basta per…). Un prodotto ben costruito. Al naso mi accodo con quanto detto sulla scheda organolettica: “il bouquet è vinoso, fruttato, molto intenso, assai gradevole e molto persistente”. Forse sarebbe stato meglio dire “intenso” e “persistente”, senza “molto”. Ma è un'opinione. In bocca lo trovo asciutto, magro, amarognolo. Comunque equilibrato. Forse un po' più ammandorlato di quanto denunciasse la scheda. Ma l'ho bevuto mesi dopo. Dunque, cosa pensare? Una bella operazione di marketing, che forse ha fatto guadagnare (ma quanto costa la pubblicità?) e in gran parte gliela abbiamo pagata noi. Bravo, bravi… Un vino discreto diventato grande personaggio. Figlio dei tempi. In sintonia coi tempi. Poco tradizionale e pieno di domande: ma, poi, cosa venderanno se escono già col rosso? Forse il Dopo 🙂 

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