Il cibo immateriale

La coca cola può anche non piacerti, ma il suo stile ti condiziona lo stesso. Quel suo essere uguale a sé stessa, anno dopo anno, Paese dopo Paese, latitudine dopo latitudine… ha cambiato il nostro approccio con il cibo: le stagioni sono sparite, il gusto si è omologato, il cibo è qualcosa di astratto, di immateriale. Così non mi sorprende che la gente non si chieda cosa c'è dentro ad una polpetta di un fast food o dentro un rotolo di doner kebab. Non si mangia, infatti, un piatto di carne, giudicandone qualità, salubrità e cose così… si mangia l'hamburger di detta marca o un piatto finto esotico che pensiamo -erroneamente- essere uguale a sé stesso ovunque. Quanto di più sbagliato… Va da sé che una polpetta, a partire da quelle di mia madre, non è fatta con tagli di carne particolari. Se andava bene, a casa mia, avanzato l'arrosto, si macinava e si aggiungevano pane ed aromi. Buone, sì. Ma piatto povero. E mai e poi mai uno di noi avrebbe preso polpette al ristorante (e dubitavamo pure della pasta al forno e del polpettone). Eppure… eppure sono spuntati come funghi i fast food che hanno fatto della polpetta il loro simbolo. E' sempre arrosto avanzato? Macinano le bistecche? Vendono sotto prezzo carne che potrebbero vendere altrimenti? Non credo. Credo piuttosto che usino tagli di carne poco pregiati, li macinino e li aromatizzino e li salino e usino gli enzimi per tenerli insieme e li dosino con i grassi… Polpettina, sì, ma difficile da digerire. Chissà perché?

Leggo sulla stampa on line che analoga sorpresa ha destato una ricerca effettuata in Gran Bretagna nel 2009, e -chissà perchè?- ripresa in questi giorni. L’indagine promossa da LACORS (Local Authority Coordinators of Regulatory Services) ha esaminato i döner kebab di 76 comuni del Regno Unito per fare luce sul contenuto, sui valori nutrizionali e sull’etichettatura dei panini imbottiti di kebab, I risultati hanno evidenziato che, su 494 punti vendita di döner kebab, il 40% non rispettava la corretta etichettatura riguardo al tipo di carne (o di carni) utilizzate per confezionare i panini. Il 15% non dichiarava, per esempio, di impiegare carne di manzo. Addirittura in alcuni di questi era contenuta carne suina. I valori nutrizionali hanno riservato altre sorprese: la media calorica si aggirava attorno a mille kcal per panino; il contenuto medio di sale era pari al 98% della razione giornaliera raccomandata; l’apporto medio di grassi saturi era pari al 148% della razione giornaliera raccomandata. Sarà così anche in Italia? Direi di sì: il più grande produttore di “pannocchioni” è la Germania: da lì vanno in tutta Europa. Misteriosi. E pericolosi.

Bombe nutrizionali che costano poco perché valgono poco. Come le polpette. E perché scandalizzarsi? Una famiglia italiana normale, anni fa, lo avrebbe pensato subito. Senza aspettare gli inglesi. 

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