I misteri del doposbronza

I misteri del doposbronza… Fuggo da casa con una scusa e vado a festeggiare il Carnevale: mi compro una parrucca bionda e giro per i bar. Bevo, ballo, ribevo, scherzo, strabevo… alla fine, notte fonda, piombo nel letto divertito. La mattina, però, ovvio, eccola -implacabile- la “resaca”, il “doposbronza”: nausea, voglia di vomitare, mal di testa, orribili movimenti intestinali e flatulenze in agguato… cosa fare? Nulla. Non mi faccio la barba, non ne ho voglia; bevo appena un caffé e  cinque bicchieri d’acqua tiepida e un’aspirina. Mangio poco e non bevo affatto alcolici. Nel pomeriggio, altra aspirina e poi, piano piano, altra acqua e via così che passa. Mentre racconto agli amici le mie stupidaggini carnevalesche, ripenso ad alcune informazioni, confuse, che ho sui sintomi del “doposbronza”. Da cosa sono provocati? Per anni mi sono rifatto al “sacro” testo di Juan Bas “Trattato sui postumi della sbornia” (Castelvecchi, 2004), ma ora non sono poi così sicuro. Ecco, leggo sul Trattato che “il termini chimicie organici… il doposbronza è semplicemente il danno causato dalla nostra metabolizzazione dell’alcol, dalla trasformazione nel fegato dell’alcol ingerito, processo che rende possibile la sua successiva eliminazione dall’organismo. Beviamo alcool etilico o etanolo con un po’ di velenoso metanolo. Man mano che trinchiamo, e dopo averlo fatto, il fegato, grazie all’enzima chiamato alcol deidrogenasi, metabolizza l’alcol e lo trasforma in acetaldeide o etanale, una sostanza chimica molto nociva la cui scorribanda nel flusso sanguigno rappresenta l’essenza fisica dei postumi della sbornia. In seguito, un altro enzima, l’acetaldeide deidrogenasi, trasforma l’acetaldeide in acido acetico o etanoico, sostanza chimica che, a questo punto, viene ossidata dai tessuti senza sforzo e che, infine, fuoriesce dal corpo sottoforma di anidride carbonica. Il problema è che tutto questo processo il fegato lo fa al proprio ritmo, che è costante e non molto veloce, e per realizzarlo gli costa un sacco di tempo e di fatica. Per questo soffriamo il doposbronza. L’organismo consuma una grande quantità di vitamine B e C, potassio, magnesio e zinco in questa operazione, e perde  molto glucosio per via renale. Tutto ciò è unito al forte potere diuretico dell’alcool sui reni che provoca la disidratazione delle cellule. È il disseccamento delle cellule del sistema nervoso a causare l’emicrania, mentre quello delle cellule gastrointestinali provoca la nausea…”.

Vi riconoscete? Io sì. Però… Però, su un numero di “Panorama”, mesi fa, ho trovato una breve che dice così: “Bloccare il mal di testa da vino”. Leggo: “Per scongiurare il mal di testa che segue un pasto abbondante con vino, ricercatori dell’Università di Berkeley, servendosi di tecnologie Nasa per trovare la vita su Marte, hanno ideato un apparecchio in grado di rintracciare le sostanze ritenute responsabili del disturbo. Si chiamano amine biogeniche, sono contenute anche in formaggi e cioccolato, in quantità robuste possono causare elevata pressione sanguigna, palpitazioni e incremento dei livelli di adrenalina…”. Amine? E, in altri articoli, sento paralare di Istamine… Ma, insomma, il mio mal di testa da cosa è causato? Ovvio, mi viene da rispondere: dall’alcol… e poi, come accada, sono faccende da ricercatori e non da bevitori…

Però, la curiosità!

Da indagare…

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