Ho mangiato col contadino

Giovedì scorso ero a Candia, in una ristorante molto pretenzioso, la Residenza del Lago, dove mi hanno fatto cenare coi tovaglioli di carta. Antica casa restaurata, bei bicchieri, bel vasellame, bella posateria… tovaglioli di carta? Mistero!

Ero arrivato sull’omonimo, carino, piccolo lago, per seguire i lavori di un convegno organizzato da un’associazione culturale, l’Italia del Gusto. Dietro a questo paravento, però, non c’è null’altro che un’agenzia che mette in contatto giornalisti, produttori ed enti locali desiderosi di sviluppare il turismo. Soprattutto enogastronomico. La formula è nota: tu paghi –ente o azienda- e ospiti e io organizzo; faccio venire dei giornalisti che, forse, scriveranno dei tuoi territori. Intanto io contatto e pago, coi soldi tuoi, una televisione locale che segue questo lungo itinerario di scoperta. E tu sei già contento che i tuoi concittadini vedano quanto sei bravo, come ti dai da fare per sviluppare il turismo (visto che le fabbriche chiudono). Poi il resto si vedrà. Se si vedrà.

Ecco, io ero là. Non da tre giorni a mangiare e bere, bere e mangiare, ma a seguire i lavori di un pomeriggio e poi cenare. Di giornalisti proprio pochi. In compenso ho trovato un contadino di Amatrice, Lazio, arrivato fin lassù a presentare i suoi prodotti. Fra cui una pasta di grano duro molto buona che mi ha ricordato quella di Setaro (il mitico!). Lo guardavo mangiare e mi veniva in mente un racconto medievale in cui si descriveva il pasto di un contadino che “metteva sotto il pane anche nella minestra”. E così è stato: col pane accompagnava ogni pietanza. Compresi gli spaghetti al persico.

E i vini? Ne ho assaggiati due. Discreti: un erbaluce spumante e un primitivo di manduria. Ma, complice l’atmosfera un po’ falsotta (amici, amici ma poi mi devi pagare) me ne sono andato presto e senza prendere appunti.

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5 thoughts on “Ho mangiato col contadino

  1. Mi è venuto in mente altro: ero stato manadato là dal mio assessore di riferimento, per giudicare l’operato di quella agenzia di promozione. Mi ricordoi di avergli detto che, se gli interesava della promozione personale, andava bene; se, invece, voleva promuovere il territorio, no. Lui ha scelto il no, ma alle elezioni successive, è stato sconfitto… Ah, i limiti della democrazia!

  2. No, non ne sento parlare da allora. Se ti riferisci al signore veneto che sembrava essere a capo di tutto. Comunque, non ho più sentito parlare neppure dell’Italia del Gusto… Ciao

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