Io dovrei essere a favore a prescindere. E in effetti ho firmato la petizione di Slow Food sull’educazione alimentare a scuola. Leggete qui: https://www.slowfood.it/comunicati-stampa/appello-col-cibo-si-educa-col-cibo-si-cambia/ .
Però comincio ad avere paura: in primo luogo che il governo ci obblighi a diventare strumenti di propaganda: il cibo italiano è il migliore del mondo, chi ci copia è un ladro, viva la tradizione… etc etc; in secondo luogo perché non vorrei che finisse come tutte le altre innovazioni, cioè senza un reale investimento dell’amministrazione, così come è successo per l’educazione civica che si fa a scuola nelle ore curricolari, così come il contrasto al cyberbullismo, che si fa in ore curricolari; così come si fa con tutto: ore sottratte alle materie (sempre meno studiate), con i docenti che, per poche lire, debbono trasformarsi in organizzatori e gestori di ore date ad altri soggetti esterni. Io credo che l’idea di Slow Food sia in buona fede e l’ho sottoscritta. Ma credo che Slow Food dovrebbe parlare coi professori e confrontarsi a muso duro con l’amministrazione.
Dobbiamo davvero “combattere” perché la disciplina abbia una sua identità e perché i docenti vengano formati correttamente e coerentemente a una metodologia non trasmissiva, ma di apprendimento cooperativo!