Due Donne Intorno al Cuore

“E la canzone che cantavi sempre tu / ma le parole non me le ricordo più” (Alice, “Un’isola”)

Sono seduto con Giuseppina in un bar, dove una volta c’era un ciclista. Lungo la strada che porta alla stazione di Borgomanero. Guardo la curva della recinzione di Villa Marazza. Lì, in quell’angolo, un autunno di molti anni fa, due ragazze -le più belle ragazze che avessi mai visto- mi stanno aspettando. Aspettano proprio me: il goffo, smilzo, sgraziato adolescente. Sono nervose: una fuma, l’altra ha le mani nel maglione. Sono belle, carine, nervose, confuse come uno sciame di api. Ma sono lì per me!

Cosa ci siamo detti, non so. Ma so solo che quell’immagine è nella mia memoria. La prima volta che due esseri graziosi si sono accorti di me. Io non mi vedo: ma sarò stato ancora un po’ bambino e un po’ uomo. Un ibrido adolescenziale.

Le due ragazze di allora sono state poi compagne di un bel tratto della mia vita e se anche oggi non le vedo più, ancora le ringrazio. Due donne intorno al cuore, per sempre.

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