Dietro la chiesa di Santhià

Dietro la chiesa di Santhià c’è un angolo in ombra, nascosto; tre scalini che portano ad una porta che non si apre più; al lato di un muro diroccato di una casa abbandonata da tempo (“Regi Carabinieri Reali” si legge stinto su una parete). Io ci sono arrivato per ostinazione, strisciando fra il muro e il paraurti di un’auto parcheggiata, evitando di vedere la transenna che diceva: “attenzione…”. C’era umidità e qualche carta in giro. Poca roba. Il cane della mia accompagnatrice fiutava forsennato. Mentre io pensavo che lì dietro i ragazzi degli anni Sessanta andavano a baciarsi dopo la messa; e poi gli infelici successivi a passarsi la spada o un più innocuo spinello… ora nelle città desertificate dalla scarsa natalità, dai centri commerciali esterni e l’auto sempre sotto il culo…ora non sembra più essere interessante per nessuno. Ci posso fantasticare io, con spirito letterario: un amore clandestino,un desiderio inatteso, un momento di vuoto, un luogo di contatto… Una hanghing rock di pianura. 

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