Cronache Stellate

Le cronache stellate di questo post sono quelle che riguardano la cena del 30 novembre scorso, a Pettenasco (Novara), sul Lago d’Orta: Le Stelle  sul Lago d’Orta, questo il titolo della manifestazione. Cena di beneficenza (costo 200 euro) che ha visto all’opera alcuni chef stellati della zona, nonché un ospite francese: Jacques Chibois del La Bastie Saint Antoine di Grasse. Gli chef indigeni erano invece: Luisa Maretti Valazza de Al Sorriso di Soriso (no), Piero Bertinotti del Pinocchio di Borgomanero (no), Antonino Cannavacciuolo del Villa Crespi di Orta San Giulio (no), Marta Grassi del Tantris di Novara e Matteo Vigotti del Novecento di Meina (no). Molti gli ospiti presenti, oltre duecento, fra cui un folto gruppo di ospiti (compreso il sottoscritto). All’opera i ragazzi dell’Istituto Alberghiero di Stresa. Nella zona dell’aperitivo ha subito fatto furore Eros Buratti con i suoi formaggi selezionati e il suo prosciutto di Langhirano tagliato lì, sul momento, con una macchina a manovella. Un po’ in disparte, curiosamente meno frequentata, l’area dedicata alle ostriche, al salmone e ai gamberi di Mazara del Vallo. Con lo champagne brut Taittinger dell’aperitivo io ho preferito gustarmi una decina di gamberi e una mezza dozzina di ostriche ed altrettanti bicchieri di vino. Arrivati ai tavoli già un po’ su di giri, ci hanno poi servito una bella serie di portate e di vini. Piatti che avevano valore in sé, ma che mal si collegavano fra loro; così come gli abbinamenti coi vini (curioso: nessun vino locale, uno solo piemontese). Ma vediamo con ordine: il cuoco francese, almeno credo (non hanno detto nulla e noi siamo andati a ipotesi), ci ha proposto una Mousse di funghi con lamelle di tartufo nero del Perigord e fegato grasso Rouge. In abbinamento lo champagne Steinbruck Cuvée Brut Millesimèe 2003. Il piatto era molto saporito: salato ed unami. Un piatto da cacciatori: io mi sarei aspettato della uccellagione, dopo. Lo champagne era ricco di profumi, fra il burro e le nocciole tostate. In bocca era corposo, morbido, fresco e si sentiva bene il liqueur d’expedition (cioè il cognac che si aggiunge miscelato al glucosio nel rabbocco). Voto sette. Voto abbinamento sette; La Composizione di triglia di scoglio e topinambur con carciofi croccanti, olio all’acciuga e burrata, forse della signora Valazza, era un piatto ottimo, anche se non si capiva la funzione della fetta di arancia secca: sa la mangiavi stonava. Ma allora era lì solo per bellezza? (e perché no, dunque, un pezzo di ceramica?). In abbinamento un Sauvignon C.O.F. doc Zuc di Volpe 2008 di Volpe Pasini. Un vino decisamente profumato, tanta “pipì di gatto”, e in bocca fresco, ma non così corposo come uno se lo aspettava. Discreto: voto sette. Piatto voto otto; gli Agnolotti al bettelmatt su passatina di castagne con tartufo bianco d’Alba era un piatto pasticciato in cui si nobilitava la castagna ma non si valorizzava appieno il tartufo. E il bettelmatt? Voto sette. Il vino in abbinamento era lo Chardonnay Valle d’Aosta doc Cuvée Bois 2007 Les Cretes. Un vino molto buono realizzato da barbatelle di montrachet. Sapeva di miele di castagno, di minerale, di vino borgognone… in bocca era fresco e piacevole e decisamente fresco. Buono più. Otto e mezzo. Il piatto, forse, era stato realizzato da Bertinotti; la Ricciola al pistacchio, paprika, yogurt, senape e patate blu era un piatto cerebrale, con le patate blu realizzate in tre maniere diverse: bollite, sotto forma di purea e di crostino. Niente di speciale, se non la curiosità che suscitano queste patate colorate. Voto sette. Forse della signora Grassi. In abbinamento un ottimo Pinot Nero A.A. doc Montigi 2006 della Cantina Produttori di Terlano. Un vino da otto e mezzo che profumava di frutta, uva spina e prugna, di spezie, pepe, di terziario, legno ed affumicato. In bocca era morbido, fresco, corposo, piacevole, lungo. Ottimo davvero; così come ottimo era il piatto, forse, realizzato da Matteo Vigotti del Novecento: una duplice cottura: appena scottato l’uno e brasato poco l’altro, di due parti poco nobili del famoso maiale iberico: collo e sotto sterno. Nel piatto, spezie dolci che –a mio giudizio- male stavano. Voto, comunque, nove. In abbinamento un buon Brunello di Montalcino docg Vigna la Casa 2004 Tenuta Caparzo. Un vino dai profumi profondi, densi in cui si riconoscevano frutta rossa, alcol, frutta sotto spirito, spezie, aromi indefinibili. In bocca, poi, era asciutto, allappante, fresco, ancora giovane.  Buono otto. Sui dolci, nulla da dire: ottimi davvero.In abbinamento un Acininobili Veneto igt 2004 dell’Azienda Agricola Maculan. Un ottimo vino dolce…

Commenti finali. Tutti sono apparsi soddisfatti della cena, frutto di eccellenti individualità; alcuni hanno però criticato la logica del menù (ed io sono d’accordo) e degli abbinamenti (anch’io); altri l’assenza di vini piemontesi e locali (credo per logica di sponsor), assessore regionale al turismo compreso; altri, ancora, l’eccessivo numero di ospiti (ma era per beneficenza e più c’era più si incassava!); pochi, infine (un classico), hanno detto che questa edizione è la peggiore. Ah, i bei tempi andati!

Per me, invece, era la prima volta e me la son proprio goduta: a partire dai gamberi per arrivare al pata negra, passando per lo chardonnay e il pinot nero… Grande serata!

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4 thoughts on “Cronache Stellate

  1. Bevi troppo e male (Fernet e via dicendo). Rileggi le prime 10 righe e vergognati di scrivere così male.
    Pistola

  2. ……Molti gli ospiti presenti, oltre 200, fra cui un folto gruppo di ospiti (ancora……..).
    Rileggi bene, non come i bambini che sono talmente sicuri di non sbagliare mai che non lo fanno con attenzione.
    Comunque non sono Marco…..
    Divertiti a scoprire chi può essere così attento al tuo blog, Marco non ne ha il tempo.
    tosve

  3. Peccato, con Marco me la intendo: lui fa l’arrogante ma è solo un atteggiamento. Tu, invece, sei solo arrogante e non me ne frega poi tanto di sapere chi sei. Ripetizione di "ospiti"? Ineludibile, se non cambiando tutta la frase: "ospiti" ha almeno tre significati: chi ospita, chi è ospitato, chi viene invitato (a pagamento o meno)… Non avevo voglia di riscrivere la frase, per evitare la ripetizione. E poi cosa mettere, magari  "invitati" (ma pagano o sono gratis, gli invitati?). Forse era meglio, ma… Ma è poi un errore così grave? Uno sbandamento sintattico tale da sgridarmi per mia pretesa sudditanza alcolica? O tale da meritarmi del "pistola", espressione che, accompagnata da un sorriso, ha un significato, scritta ne ha altri… lascia perdere…

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