Confusione

Nel mio paesello natio, sulle sponde del Lago d’Orta, viveva un giovanotto originale che si chiamava Umberto. Costui, io bimbo, sfoggiava un abbigliamento stile “post hippy” (se mai esistette) e, fra le altre cose, una cintura di tela su cui in biro blu aveva scritto senza soluzione di continuità “Lucio Battisti è un dio”: due o tre o quattro volte. Chissà perché mi è tornato in mente domenica mattina, sfogliando un giornale chiamato “Il Giorno”, edizione varesina del “Quotidiano Nazionale”, che mi avevano messo in mano in qualità di sponsor. L’avessi mai fatto. Si tratta infatti di un giornale superficiale, emozionale, confusionario. In linea totale ed abbracciata alla campagna antialcol che tanto oggi opprime gli appassionati di vino. La ragione è ben nota: per colpa degli eccessi alcolici giovanili od extracomunitari, ci andiamo di mezzo noi che beviamo, con piacere ed intelligenza, del vino. E giornali come “Il Giorno” non aiutano con la loro confusione.

Infatti, a pagina due e tre di domenica scorsa, vi era una futuristica disposizione di articoli e commenti dai cui titoli si evinceva che ci vogliono “Regole chiare e più controlli”: autore Massimo Pandolfi, fra le cui perle di saggezza queste parole: “Non è scandaloso e neppure anticostituzionale se per 3-4 ore notturne viene vietata la vendita di alcolici nei locali. Non ci risulta che alle 5 della mattina si possano acquistare da qualche parte una tv o un paio di pantaloni; possibile che solo per i caipiroska o un grappino se ne debba fare una ragione di lesa libertà personale?”. Il problema del “grappino”? Lesa libertà personale? Io direi di sì; in centro, poi, altro titolo: “Quattro falciate dal pirata “Preso, è in cura per droga” (beh, quella sì che si acquista di notte. Mica i “grappini”!); in basso: “Dopo la Festa. Lo schianto e il rogo, due giovani vittime”: avevano forse bevuto alla “festa”? Macchè sono loro le vittime di uno che –magari- neppure aveva bevuto; in alto a destra, intervista a Mario Valducci onorevole, punta di diamante della campagna antialcol, che dichiara “Subito il giro di vite, poi parliamo di modifiche”. Prima confessano, poi giudichiamo, prima la tortura poi il perdono, semmai… roba da inquisizione; infine, in basso a destra: “Uccide motociclista e scappa. Preso ubriaco davanti alla tv”. Unico caso delle paginate in cui l’alcol sembra (dico sembra perchè nell’articolo si dice testualmente che “era a casa, ubriaco, sdraiato davanti alla televisione”, ma non si cita la fonte di questa informazione). Finito? Finita la confusione antialcolica? No, a pagina cinque, una serie di articoli dedicati alle iniziative antialcol di Milano. Sottotitolo “Giovani e sballo”. Ce n’è anche per il vino, state tranquilli. A pagina 14 si parla di Brunello docg: “Il Brunello alla resa dei conti. Declassati 1,3 milioni di litri”. La signora Cecilia Margotti, fa della cronaca in astratto e non spiega con chiarezza le ragioni dell’indagine, limitandosi a dire che “Il disciplinare è molto rigido e prevede che il Brunello deve essere prodotto solo ed elusivamente con uve sangiovese”. E con cosa lo avevano prodotto allora? Perché? Danni per il consumatore? Nulla di tutto ciò, solo confusione. Ed ecco a sorreggermi la parole di Lucio: “Confusione / confusione mi dispiace / se sei figlia della solita illusione / e se fai confusione / confusione / tu vorresti imbalsamare anche l’ultima e più piccola emozione…”.

Se ritrovo l’Umberto gli dico che sulla cinta deve scrivere “Mogol e Battisti sono dei grandi”. Una scritta un tantino più laica e più chiara. C’è già troppa confusione in giro.

Prosit!

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