Breve riflessione su Tripadvisor

Nella mia cittadina il ristorante preferito da Tripadvisor ha 143 recensioni, molte delle quali ottime. Si tratta di una vecchia osteria appena appena ripulita dove fanno pesce, bene, e fanno pagare poco. Da fuori sembra una ciofeca, ma la rete la premia. Immagino che i neo avventori rimangano un po’ sorpresi, quando vi arrivano. Al punto che i gestori hanno messo fuori un cartello con su scritto “… belli dentro!” (non ricordo se o con il punto esclamativo). Io non ci sono mai stato, ma i miei amici sì. E’ un gioco “virale”: ne parla la rete e si va a provare. Se piace alla gente, la gente ne parla ed altra gente ci va. A patto che sia vero ciò che si dice. Ovvero, in questo caso: buono, abbondante e a buon prezzo. Il resto, almeno per questo locale, per i suoi appassionati, non conta. Non mi sento comunque di biasimare l’unico giudizio negativo: “Siamo andati in 3 persone di Sabato a pranzo, appena entrati ci ha avvolto un forte odore di cibo. Siamo poi andati in veranda dove erano presenti ragnatele ovunque sul soffitto. Molto visibile lo sporco imprigionato nel grasso accumulato sulla zanzariera della finestra della cucina. Dispiace perché i piatti serviti erano buoni. Personale gentile, prezzo molto abbordabile: meno di € 15 per persona mangiando primo, secondo, contorno, dolce, caffè e bevande. Meglio spendere qualche euro in più per un locale pulito. Visitato a Giugno 2015”. Una rondine non fa… un giudizio negativo non ha per questo ragione. Ma aiuta. Molti amici mi hanno confessato che loro del locale guardano solo le critiche, i giudizi negativi; ma spesso li trovano ridicoli: non circostanziati, gratuiti, al limite della calunnia. In questo caso, per esempio, più attenti al contesto che al “bello dentro”. Ma legittima opinione, direi.
Ora c’è qualcuno che si lamenta della modernità, indicando vizi della rete: recensioni anonime, fasulle, palesemente copiate… vero, però è meglio del passato in cui pochi si arrogavano e dispensavano giudizi, spesso con l’intenzione di indirizzare la ristorazione verso… verso una carta dei vini monumentale, verso una cucina internazionale, verso il loro gusto. Poi non credo che allora non si facessero errori: uno provava un ristorante e poi ci tornava dopo anni. O ci mandava qualcuno al posto suo. Un po’ come fa la rete ora. C’è chi è onesto, chi non lo è completamente, chi non lo è affatto. Ma nel numero si perdono. Io credo che impareremo ad usarla meglio (i miei amici lo stanno già facendo) ma la useremo sempre.

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