A cena con un Polacco

A cena con un Polacco

Sono stato a cena con un Polacco. Maiuscolo, perché è stato un protagonista del nostro tempo: era il cardinale Stanislao Dziwsiz. Polacco di Cracovia e segretario privato di Giovanni Paolo II. Accompagnato da due giovani connazionali, preti. E discretamente sorvegliato (credo che se ne siano accorti in pochi) da un paio di carabinieri. L’ho conosciuto domenica scorsa dai F.lli Fraccaroli, azienda vitivinicola di Peschiera del Garda che compiva cento anni di vita e che, da alcuni decenni, fornisce il Vaticano di alcune migliaia di bottiglie di lugana bianco Pansere. Un vino che anche noi abbiamo copiosamente assaggiato: profumato, corposo, quasi abboccato, con lieve nota ammandorlata sul finale. Noi gli abbiamo preferito la versione spumante bru, ottima, in cui le bollicine donavano quella nota di freschezza in più che si traduceva in una maggiore facilità nel bere.

La F.lli Fraccaroli è un’azienda famigliare che lavora circa 50 ettari di vigneto, divisi fra due regioni e tre comuni. Grande attenzione è stata data agli aspetti salutistici della produzione, limitando l’uso dell’anidride carbonica solforosa e l’abbandono dei prodotti chimici coadiuvanti la stabilizzazione dei vini. Vini che vengono consumati molto in loco, sul Lago di Garda, ma venduti anche all’estero.

E il vino al Vaticano? I Fraccaroli forniscono il vino per disposizione testamentaria e negli anni hanno intrecciato una serie di belle amicizie e collaborazioni. Il loro vino viene consumato da un po’ tutti, là. E da alcuni anni sponsorizzano la squadra di calcio della gendarmeria vaticana. Che non milita, ovviamente, in nessun campionato ma fa partite, anche per beneficenza, un po’ ovunque. Con  Dziwsiz c’è un rapporto di amicizia che è iniziato ai tempi di Wojtyla e che lega oggi l’Azienda con la Polonia.

Il grande Polacco ha salutato tutti gli ospiti della Cantina, fra cui un dimagrito Giovanni Rana, un invecchiato (nel corpo e non nello spirito) Nicola di Bari ed un mediterraneo Alessandro Dipietro. Dopo la visita alla modernissima cantina, una preghiera e la cena conclusiva. In cui, oltre alle due versioni di lugana, sono stati assaggiati un barriquatissimo rosso La Berra: naso internazionale; corpo dolce, sciropposo; caldo… da uve cabernet e merlot. Prima di andere via, poi, un assaggio del passito di malvasia del veneto igt “Energie de Valerie”, da uve di lugana botritizzate e affinamento in botti piccole di acacia: un ricco bouquet di profumi dolci e in bocca, nel suo genere, è equilibrato. Piacevolissimo.

Poco prima di lasciarci, Dziwsiz ha ringraziato ed ha ricordato con poce frasi, nette, il suo lavoro con il Papa, fin dai tempi in cui “le forze oscure del comunismo” li minacciavano nella Polonia pre democrazia e quando li hanno poi inseguiti fino a Roma, ai tempi dell’attentato. Ha ricordato “il coraggio” del Papa e la sua ricerca di “libertà”. Lui giovane prete, nato nel 1939 ed ordinato nel 1963, e l’incontro con il futuro Papa. Siamo ripiombati, per un istante, in piena Guerra Fredda. Meno male che a scaldarci c’era una bella atmosfera, amicizia, bei panorami e buon vino. Prosit!

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