Vini di Villadossola

Da centro industriale nazionale a centro provinciale del vino: c’è un pezzo di storia italiana in questo passaggio apparentemente surreale. Infatti, Villadossola è stata per decenni un centro industriale nazionale, con fabbriche enormi e centinaia di lavoratori. Ha ancora un certo spirito popolare, politicamente impegnato; ma le fabbriche si sono ridotte assai e la manodopera è diminuita “di brutto”. Il panorama è il solito: vendesi, affittasi, cedesi… spazi vuoti, poca gente in giro, finestre chiuse…
Oggi Villadossola è nota per il suo centro culturale, La Fabbrica; e per la poco praticata Valle Antrona alle sue spalle. Ma anche perché fra le poche aziende vitivinicola dell’Ossola, due sono proprio lì. Una fa anche da agriturismo, La Cantina di Tappia, ma la seconda è una pura azienda vitivinicola. E’ la Casa Vinicola Eca, all’opera da alcuni anni, che produce per ora solo uve merlot e nebbiolo. Da queste uve ricava dal 2012 tre vini, due dei quali doc, caratterizzati dal toponimo Ca’, “casa” o “luogo”, e da un etichetta sobria dominata da un busto ottocentesco assai baffuto. Un progenitore dei proprietari, la famiglia Bonacci. Sono il Ca’d La Volp, un nebbiolo Valli Ossolane doc; il Ca’d Rusin, un merlot doc in purezza; e il Ca’d Regina un merlot non doc, meno impegnativo. Ci sono poi due grappe monovarietali, la Tarlina di nebbiolo e la Tarlina di merlot.
I vini li ho assaggiati in un paio di occasioni: hanno i profumi fini e delicati, e la freschezza dei vini di montagna. Non sono corposi e pieni come i langaroli, ma appaiono più magri, eleganti, dal bouquet intrigante. Da assaggiare, direi. Magari pensando a come cambiano le cose, generazione dopo generazione.

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