Acqua e Vino (quinta parte)

Torniamo in Italia: se siamo più fini e meno sperimentatori, perché non farsi un Bellini o un Rossini o un Mimosa o un Tintoretto (e tutti gli altri con frutta e vino con bollicine). Il progenitore, il Bellini è il famoso cocktail ideato da Giuseppe Cipriani, proprietario del notissimo Harry’s Bar di Venezia, preparato la prima volta all’inaugurazione della mostra dedicata all’omonimo pittore Giovanni Bellini. Originariamente il cocktail era composto da champagne, polpa di pesca bianca e un tocco di purea di lamponi che serviva a conferire un lieve colore rosato al tutto. Oggi, invece, lo si fa con qualsiasi spumante brut, spesso anche col prosecco, aggiungendo pesca bianca frullata con purea di lamponi. Esiste anche già pronto, in bottiglia. A fianco del Bellini c’è sempre il Rossini. Questo cocktail è una variante del Bellini e, invece del succo di pesca, viene utilizzato solamente il succo di fragole. La preparazione è molto semplice: frullare le fragole con un po’ di zucchero e limone e aggiungere lo spumante mescolando dolcemente. Il Mimosa è il classico cocktail d’aperitivo nei matrimoni italiani. La preparazione è molto semplice e si rifà a quella del Bellini e del Rossini: 1/2 di spumante (prosecco) + 1/2 di succo d’arancia. Anche il Tintoretto prende ispirazione dal Bellini e, questa volta, il frutto da abbinare è il melograno. Oltre al Tintoretto esistono molti altri cocktail con solo frutta e spumante, come ad esempio il Giusti preparato con 1/3 di melone fresco frullato e 2/3 sempre di prosecco brut, il tutto sempre servito in una flute. E non è male neppure l’Hugo, ottima alternativa allo Spritz. Inizialmente la ricetta prevedeva l’utilizzo dello sciroppo di melissa, poi nella pratica sostituito dallo sciroppo di fiori di sambuco, più facilmente reperibile. Il Puccini, invece, usa solo vino spumante e succo di mandarino. Più complesso il Marino, proposto dalla Cantina Cecchi: un cocktail a base di vermentino toscano (in origine il loro): “5 cl di vermentino, 4 cl di St. Germain, 1 cl di Gin Tanquerai, bicchiere da vino bianco con abbondante ghiaccio e guarnire con tre foglie di ruta”. Qui, niente spumante: una rarità ma non un unicum.
Infatti, se i cocktail con il vino noti e famosi sono i classici con lo spumante prosecco o champagne, esistono però cocktail in cui il vino bianco o rosso sono la base, al di là dei classici popolari. Qualche ricetta esiste, ma dobbiamo cominciare a cercarla nei libri del mestiere di qualche decennio fa. In un vecchio ricettario inglese potremmo trovare la ricetta della Mulled Wine Bowl che veniva offerto nelle feste di campagna degli aristocratici. Ma nulla di così originale, rispetto al nostro Vin Brulé, forse la temperatura. Ma c’è di più. La tendenza è ormai in atto da un po’. Sarà che sono meno alcolici e più rinfrescanti, sarà perché in certi ambienti bere vino è più chic, certo è che gli esempi e le ricette si sono moltiplicati. Nel ricettario moderno del barman professionista sono apparse di recente alcune ricette come ad esempio il Watermelon Pepper bello fresco e speziato: si ottiene con del lime tagliato a pezzi, 3 foglie di basilico, 3 pezzetti di anguria fresca, si schiaccia perbene il tutto e si aggiungono ghiaccio a scaglie, 5 cl vino bianco giovane e pepe rosa on top. Da servire in un bicchiere tumbler basso (quello per il whisky per capirci). Un bel bianco altoatesino come il muller thurgau è perfetto per preparare il Vino Fico. Procedete così: su una base di lime a pezzi, 3 foglie di menta e un mezzo fico fresco, il tutto ben schiacciato, aggiungete ghiaccio a scaglie, 4cl di vino bianco, 2cl soda water on top. Preparatelo in un bicchiere basso ma abbastanza robusto.

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