Wein from Austria

Un italiano nella Svizzera tedesca ad assaggiare vini austriaci, parlando con il sommelier in inglese… Direi, quasi una creatura mitologica: un cerbero, un’arpia, un simpatico Minosse… Io, Lino lo svizzero e l’Innominabile all’Igeho di Basel, nello stand degli Osterreich Wein (sulla "O" c’è una dieresi, mettetela voi) ad assaggiare, a confrontare a discutere. Prima considerazione: i vini austriaci, almeno quelli assaggiati, sono buoni, ben fatti: più o meno profumati, più o meno corposi, più o meno equlibrati. Mancano di corpo, ma donano aromi e grandi profumi. Incominciamo: le zone vinicola sono ad Est in Austria: confinano con la Cechia a nord, con la Slovacchia ad est, con l’Ungheria a sud est e con la Slovenia a sud. Vienna, la capitale, fa parte delle aree vitate suddette. Il primo accenno va ai riesling, uno dei vini che preferisco: profumato, fresco, piacevole nel complesso. Molto buono il riesling ddel Wachau Federspiel prodotto da Weingut Donabaum (www. donabaum.at): aveva un buon profumo, di salvia, di verde, di fiori; e in bocca era fresco, molto fresco e corposo. Buono; altrettanto buono il riesling del Kremstal dac di Muller-Grossmann, nomato Steiner Point, sempre del 2008: aveva profumi delicati di salvia, di fiori. In bocca era fresco, dolce, equilibrato; il riesling del Wachau Harzenleiten Smaragd del 2007, produttore, Pichler, era assai meno profumato di salvia, ma in compenso aveva un piacevole profumo di piccoli frutti, ribes o uva spina, e in bocca era corposo, fresco, non del tutto aperto (caraffare?), alcolico (13,5°). Buono al naso ma deludente al palato, il welschriesling auslese del Burgenland, annata 2007, 10°, di Terra Galos: un vino profumato, piacevole; dolce in bocca, fin troppo dolce, quasi un moscato passito ma senza la freschezza di quest’ultimo. Solo discreto.

Poi siamo passati ad altri vini, in forma più o meno casuale: il pinot nero, grande uva, si è espresso in questi vini: nel blaufrankisch (il pinot nero in Austria) di Elfenhof del Burgenland, annata 2007, versione troken, sapeva di piccoli frutti rossi, a cui si univano note di tostatura, quasi di gomma bruciata. In bocca era morbido, asciutto, corposo, leggermente amaro sul finale. Stesse sensazioni di legno tostato, gomma bruciata (non del tutto piacevoli, dunque) nel BF di Kerschbaum del Burgenland, annata 2006. In bocca era secco, asciutto, corposo (13,5°). Buono? Non saprei. Stesse sensazioni in bilico, per il BF di Szemes, sempre Burgenland, annata 2007, 13°: sempre gomma bruciata, legno ma in più pepe e spezie. In bocca è caldo, saporito e fresco. Non male, peccato per quella gomma. Franz Schindler, sempre Burgenland, mi ha invece regalato un ricordo sensoriale: nel suo BF, infatti, si sentiva nettamente un profumo di catrame vegetale, il goudron dei francesi, che da tanto non sentivo. Catrame vegetale -e non asfalto come ci capita a volte di sentire- che si mescolava al pepe, alle amarene cotte, al legno bruciato. In bocca era magro, equilibrato, piacevole nel complesso. 12,5°. Prometteva molto, a detta del sommelier, il Pannoble di Leitner, mix di pinot nero e zweigelt, del 2007. Un vino denso e dai profumi fitti, anche se un po’ chiusi, di spezie, legno, frutta rossa. In bocca era corposo, piacevole… Buon livello. Promessa in parte mantenuta. Un po’ meno valido, ma buono, il Syrah di Leitner: sapeva di spezie, legno… ma era chiuso e in bocca ancora tannico. Un discorso a parte meriterebbero i bianchi gruner veltliner, uva che regala vini assai ricchi di profumo, morbidi e ben freschi nel contempo. Piacevoli. Ne abbiamo assaggiati molti, ma ne parleremo -forse- un’altra volta.

Cosa è successo dopo? Dopo le molte degustazioni, abbiamo optato per un bel panino coi wurstel svizzeri. Assai buoni. A volte noi italiani dobbiamo abbandonare la nostra provincialità ed assaggiare ciò che fanno gli altri: i vini austriaci, per capirci, sono mediamente buoni, mentre i wurstel svizzeri lo sono sempre confronto i nostri (che non so con cosa vengano fatti, ma sono difficili da digerire). Non è necessario dunque essere italiani per bere e mangiare bene…

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