Poi siamo passati ad altri vini, in forma più o meno casuale: il pinot nero, grande uva, si è espresso in questi vini: nel blaufrankisch (il pinot nero in Austria) di Elfenhof del Burgenland, annata 2007, versione troken, sapeva di piccoli frutti rossi, a cui si univano note di tostatura, quasi di gomma bruciata. In bocca era morbido, asciutto, corposo, leggermente amaro sul finale. Stesse sensazioni di legno tostato, gomma bruciata (non del tutto piacevoli, dunque) nel BF di Kerschbaum del Burgenland, annata 2006. In bocca era secco, asciutto, corposo (13,5°). Buono? Non saprei. Stesse sensazioni in bilico, per il BF di Szemes, sempre Burgenland, annata 2007, 13°: sempre gomma bruciata, legno ma in più pepe e spezie. In bocca è caldo, saporito e fresco. Non male, peccato per quella gomma. Franz Schindler, sempre Burgenland, mi ha invece regalato un ricordo sensoriale: nel suo BF, infatti, si sentiva nettamente un profumo di catrame vegetale, il goudron dei francesi, che da tanto non sentivo. Catrame vegetale -e non asfalto come ci capita a volte di sentire- che si mescolava al pepe, alle amarene cotte, al legno bruciato. In bocca era magro, equilibrato, piacevole nel complesso. 12,5°. Prometteva molto, a detta del sommelier, il Pannoble di Leitner, mix di pinot nero e zweigelt, del 2007. Un vino denso e dai profumi fitti, anche se un po’ chiusi, di spezie, legno, frutta rossa. In bocca era corposo, piacevole… Buon livello. Promessa in parte mantenuta. Un po’ meno valido, ma buono, il Syrah di Leitner: sapeva di spezie, legno… ma era chiuso e in bocca ancora tannico. Un discorso a parte meriterebbero i bianchi gruner veltliner, uva che regala vini assai ricchi di profumo, morbidi e ben freschi nel contempo. Piacevoli. Ne abbiamo assaggiati molti, ma ne parleremo -forse- un’altra volta.
Cosa è successo dopo? Dopo le molte degustazioni, abbiamo optato per un bel panino coi wurstel svizzeri. Assai buoni. A volte noi italiani dobbiamo abbandonare la nostra provincialità ed assaggiare ciò che fanno gli altri: i vini austriaci, per capirci, sono mediamente buoni, mentre i wurstel svizzeri lo sono sempre confronto i nostri (che non so con cosa vengano fatti, ma sono difficili da digerire). Non è necessario dunque essere italiani per bere e mangiare bene…