Travaglini, l’islandese

Quando penso ai vini Travaglini di Gattinara, penso alla loro strana bottiglia e a Stefano che mi mandò, anni fa, un breve messaggio dall'Islanda, dicendomi di aver trovato in un locale della capitale un'unica, solitaria bottiglia di vino che faceva bella mostra di sé. Tanto cara da apparire più che un prodotto da consumare, un oggetto artistico con cui arredare il locale. Era, avrete capito, una bottiglia di gattinara docg Travaglini. Anni dopo, a casa di mio padre, Marco mi parla di un vino assai buono, “di soldi spesi bene”, di un vino da uve stramature chiamato Sogno “che non si fa tutti gli anni”, di “uno dei vini più buoni, tradizionali” del luogo. Mentre parla, apre una bottiglia di gattinara docg del 2005, 13,5°: un vino dal bouquet assai ricco, con profumi piacevoli di marmellata, fondo di cottura di marmellata, caramellatura di marmellata. In bocca è fresco, magro, asciutto, non accomodante, non arrotondato. Tradizionale. Buono. Meglio comunque berlo che tenerlo lì, per bellezza… chi glielo dice agli islandesi? 

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