Il Luogo Peggiore per l’Incontro Migliore

Terra Madre Salone del Gusto 2022, Torino Parco Dora

Se alzi lo sguardo dalle tensostrutture ti accorgi che non è un luogo qualsiasi: graffiti, moncherini industriali di metallo, avanzi di coperture a capanna metalliche, cemento… sei dentro a ciò che resta di un insediamento industriale “vandalizzato” da decine di mani graffitare, in gran parte abbattuto, ma anche in parte mantenuto con spirito “archeologico”. Non un bel posto comunque, piuttosto evocativo; ma certo più bello della fabbrica di allora: luogo di veleni, di soldi pubblici dati con il ricatto della disoccupazione, di emigrati arrivati da ogni parte d’Italia… Un luogo brutto e pieno di brutti ricordi, il luogo giusto, però, per un’edizione di Terra Madre Salone del Gusto dedicata al tema della “regeneraction”, rigenerazione, riutilizzo… proprio come nel caso del Parco Dora di Torino. Ben fatto, bella scelta. Anche se, il sabato con la pioggia, il fango e le superfici scivolose hanno messo alla prova visitatori e standisti, restituendo in ampio l’aspetto un po’ squallido che il luogo ha.

Per il resto il Salone è stata la solita bulimia fantastica di produttori che vendono, di contadini che fanno assaggiare, di degustazioni a pagamento e di degustazioni libere, di incontri internazionali e di presentazioni regionali, di vino in abbinamento, di birre artigianali mai sentite, di piatti preparati dalle scuole, di prodotti da mangiare in piedi, di viaggi gastronomici in ogni dove (più Italia che estero, però sia detto), di prodotti nuovi come gli insetti e di prodotti iper tradizionali. Il giornalista curioso, il gastronomo appassionato, il cuoco alla ricerca, il commerciante che voleva ampliare il proprio portafoglio prodotti… insomma tutti hanno potuto trarre soddisfazione dalle giornate torinesi.

Fra le molte cose assaggiate, ascoltate, viste mi piace ricordare il contadino tedesco che alleva vermi e li vende tostati (piccanti, al cioccolato, alle erbe), ma che soprattutto fornisce proteine più sostenibili e meno care all’industria. Lui fa e noi qui a fare polemiche superficiali. Meno superficiale la polemica di Coldiretti alla “carne sintetica”: da seguire. E poi l’orto automatizzato, per ora industriale ma in futuro anche casalingo. Il manifesto di Slow Fiber contro la moda usa “e getta” ed inquina. Il pesce siluro usato a tavola per essere contenuto. Insomma un po’ tutte quelle iniziative volte a usare con più attenzione le risorse del pianeta, la nostra Terra Madre.

E il vino? Ovunque: nella fornitissima enoteca, a capolino negli stand, nelle decine di degustazioni guidate. Un protagonista concreto, presente, conosciuto ed apprezzato. 

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