Tante vite per la piazza di Casale Monferrato

Mentre cammino nella borghese piazza di Casale Monferrato (bella, ordinata, bar con dehors, passeggio, locali, negozi…), penso alle due vite che ho incontrato qui, ai vini prodotti lì vicino, ad amici di ieri e di oggi.

Ieri passava di qui un ragazzone assai volitivo e curioso che giungeva a Casale Monferrato verso la sera, con Fausto, e frequentava locali, agriturismi, ristoranti… adorava la notte e in tarda mattinata si svegliava in qualche casa privata o in osterie o in macchina (se non aveva voglia o soldi per fare diversamente). Di vino ne beveva tanto, ma non ci dava poco peso. Mi ha più volte raccontato che a casa di amici, dopo la piccola colazione, veniva servito sempre, con piacere di tutti, un “brunch” con pane, salame, formaggi e un grignolino cristallino, fresco… assai diverso, però, dai grignolini che conosco io: caldi, tannici, allappanti… che non fosse stato grignolino? Non ha mai saputo darmi una risposta.

Oggi, invece, passa per la stessa piazza un uomo. Anche lui volitivo e curioso, ma mattiniero. Ha conosciuto Monica di San Giorgio e, grazie a lei, oggi ha parecchi amici in loco. Ha assaggiato parecchi vini, ha mangiato in molte sagre… gli piace la campagna. Ci porta la famiglia. Ci viene con amici. L’ultima volta l’ho incontrato poco distante dalla piazza, davanti ad una nota pasticceria che fa i crumiri: quei biscotti a boomerang che lui adora e regala ad amici e parenti. Quasi a testimoniare di esserci andato davvero in Monferrato. Mi ha raccontato di aver dormito in un agriturismo lì vicino, ad Ozzano, e di essersi alzato presto sia per visitare la cantina e sia per assaggiare i vini del proprietario. Me li ha raccontati seduto ad un bar ad angolo (sì, proprio quello elegante coi tavolini in bambù!). Mi ha raccontato di averli trovati così diversi dai soliti, con un profumo di prugna che gli faceva pensare a dei pinot neri e non a delle barbere. Mi sono preso degli appunti: era prolisso, logorroico… Il primo che ha descritto è il Barbera Monferrato doc Rosso Pietro delle Cantina Valpane, anno 2004, 13,5°. Un vino dai profumi intensi di frutta rossa (più amarene che ciliegie dice lui), in cui oltre l’alcool si sente un che di vanillina, sembra da legno ma non c’è, e una nota di prugna secca che permane. In bocca l’ha trovato asciutto, corposo discreto, bruciante di alcool. Era il primo vino della giornata! Di più, però, gli è piaciuto il Perlydia Barbera del Monferrato Superiore doc del 2001, ovviamente Cantine Valpane, 14,5°. Un “grande vino”, mi ha detto, “frutto di lunghe fermentazioni” gli hanno spiegato. Il profumo ricco gli ha ricordato le macerazioni di frutta come le amarene, i frutti di bosco… la prugna secca. In bocca era asciutto, corposo, un po’ amarognolo, tannico… potente. “Sembra un pinot nero”, mi ha ribadito. Stessa nota di prugna secca anche nella Barbera del Monferrato Valpane del 2000 (14,5°), che ha avuto un breve contatto con le botti di legno e un taglio del 15% con la freisa. Al naso si sentivano i lamponi, un che di marsalato; in bocca era asciutto, ma un po’ più magro del precedente. Leggerissima tannicità.

Poco prima di alzarci e di andare ognuno per la propria strada, mi ha parlato ancora delle Cantine Valpane e di una loro freisa, ottima, ma ancora giovane… Canone Inverso si chiama… “ma è ancora troppo tannica, non è matura”. Mamma mia come è severo, lui: il mio amico giovane, dopo una notte brava, lo avrebbe bevuto tutto, fette di salame ad accompagnare, e lo avrebbe visto brillante e colorato come un fiore estivo, come la gonna di una ragazza… tante vite per la piazza di Casale…
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