Stazioni
Del viaggio più della meta amo il viaggio in sé. Amo soprattutto i treni e le stazioni, reti e gangli di una rete “infinita” in cui ti puoi annullare. Mi piace vagabondare da stazione a stazione, magari dando una veloce occhiata appena fuori. Al meglio, solo una sosta di qualche ora, ma albergo vicino allla stazione. Oppure è anche meno: un bar, un ristorante dignitoso, un negozio… altrimenti sto volentieri nelle stazioni. Amo i posti che mi danno il wifi gratis, un posto a sedere senza fretta, i negozi che vendono ogni sorta di modernità: succhi energizzanti, acque aromatizzate, vino in lattina, cibi pronti al consumo… ma anche borse autografe, libri e riviste straniere… mi piace la modernità degli stili di vita che si sovrappongono e che a volte si uniscono davanti ad un panino, ad un caffè diversamente realizzato… Fuori dalle grandi stazioni campeggia un’umanità diversa, a volte anche pericolosa. Segno tangibile del cambiamento ed essa stessa interessante. Quando col treno passo in mezzo alle campagne e penso alle stazioni, il pensiero va allo storico confronto fra città e campagna. Fra modernità e tradizione. Ed io amo la modernità.
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