Si sapeva già

Si sapeva già che carne ed insaccati sono fattori di rischio per l’insorgenza dei tumori. Io lo sapevo e non sono uno scienziato. Ascolto, leggo. Forse non tutti fanno così.
Lo sapeva quindici anni fa il dottor Pesce della Lega Italiana Lotta ai Tumori, quando ci diceva che nell’allevamento intensivo moderno si usano troppe partite di steroidi ed anabolizzanti, legali o meno, la cui tossicità è più o meno nota. Meglio non rischiare, diceva, limitare il consumo di carne. O conoscere il produttore e la sua onestà. E comunque limitare.
Lo sapeva e lo sa Guido Stecchi dell’Accademia delle 5T che da anni insiste che si debba eliminare l’uso di nitriti e nitrati negli insaccati. E qualcuno lo fa, rischiando incomprensioni da parte delle varie Asl locali. Ma lo sa da sempre anche la legge italiana che fissa limiti assai bassi di utilizzo. Anche qui, ovviamente, meglio non esagerare. Anche qui la regola: meglio sapere cosa c’è dentro. Leggere, conoscere, informarsi…
Lo sappiamo da anni che la carne combusta e il grasso bruciato sulle braci contengono sostanze cancerogene. Al punto che la UE guarda con sospetto anche i tradizionali forni a legna per la pizza. E in alcuni Paesi i forni, i grill e i barbecue a legna o a carbonella sono proibiti.
Lo sapevamo, ma come al solito siamo in pochi a leggere e a sapere (ma questo, comunque, non ci salva: esiste un fattore di casualità indecifrabile. Forse solo per ora o forse per sempre). Dunque si dovrebbe dire: leggere, informarsi, ragionare aiuta a diminuire il predominio della sorte. Occorre porre degli argini alla fortuna, direbbe Machiavelli, anche se ciò potrebbe non salvarci da impetuose alluvioni. Ma potremmo comunque limitare i danni o riuscire a scamparla. Almeno per un po’, direi esistenzialmente.

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