Senza “i” e senza “u”

Se la tastiera del vostro portatile comincia a non funzionare bene, cominciate ad accumulare denaro o pazienza. A me è successo infatti di avere i primi problemi poco prima di Natale: la “i” non si segnava se non dopo numerosi e idioti tentativi. Scrivere senza “i” è divertente ma non opportuno: cucnare, amc, vno, anma… e così via. Se poi ci aggiungi la “u”, peggio: ltm, ccnare, coch… etc etc. Se almeno si fosse guastata una “x” o una “k”! Ma, però, mannaggia!

Così ho dovuto cercare una soluzione. Comprare?  Certo soluzione facile: dai 500 euro in su. Niente da fare, strada chiusa, soldi niente… Aggiustare, ma dove? Cerca che ti ricerca e si chiede e ci si confronta e si porta, poco dopo Natale. Giorni e giorni di attesa, telefonate, risposte confuse… ed una tastiera che deve arrivare dalla Cina perché in Europa (mica in Piemonte o in Italia: in Europa!) non si fa più magazzino, perché nessuno aggiusta (tutti ricchi gli europei, meglio per loro!). Poi il tecnico, quasi sorpreso, che mi dice –tono da avvertimento  (un po’ più alto e volume un poco più sostenuto)- “la riparazione costerà circa 60 euro!”. E facciamola ‘sta riparazione! E spendiamo questi 60 euro per poter tornare on line, scrivere, lavorare… Sempre meno di 500 direi.

Intanto, però, attendo che dalla Cina arrivi un componente che, credo, se avessi competenza tecniche (e forse il tecnico farà così) potrei trovare in una discarica…

Mah, per ora sono senza tutte le lettere dell’alfabeto… e scrivo “cannibalizzando” computer altrui!

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