Dire le Cose

La trasmissione Report ha agitato le acque (ah ah ah) del vino nazionale. Guardate. Il programma dice cose vere e cose non completamente vere. Non sfugge la vena polemica contro il mondo della produzione agroalimentare troppo prono al potere dominante; un potere poco razionale e teso semplicemente ed acriticamente ad esaltare il “made in Italy”. Inutile arrabbiarsi. Forse sarebbe meglio accettare la sfida della modernità e della razionalità: invece delle suggestioni poetiche un linguaggio esplicito. Cioè un’etichetta chiara ed esaustiva per il vino, come tanti Paesi UE ci chiedono, senza le solite polemiche pretestuose. Ok, non fanno male, sono ammessi. Ma se ci fosse l’obbligo di segnare certi additivi (mosti concentrati, tannini, gomma arabica…), se ne userebbero meno, si farebbero dei vini più “sinceri”, più apprezzati dai bevitori. Un po’ come è successo con la solforosa. Stop. Se poi i consorzi vigilassero meglio, certe truffe non ci sarebbero; certe scelte non si farebbero. Però pensare al vino come un “luogo” magico in cui nulla accade e se accade è meglio non parlarne; ecco pensare così non fa bene al vino. Concordo col Gambero

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