Bisogna fermarsi un attimo a riflettere. O solo ad aspettare un segnale, un refolo di vento, un gatto che attraversa la strada guardandoti. E poi smettere di bere, di mangiare male, di farsi del male sperando in una catarsi per espulsione. Dire a se stessi che no, non si può più bere vino. Anche se ti piace, anche se ti veste come un abito che luccica e ti fa luccicare. Bisogna entrare in una quaresima interiore, rinunciare. Abbracciare l’infinito in questi brevi giorni adatti.
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